A partire dal 10 agosto, il Santa Maria della Scala di Siena ospita un progetto innovativo che, ricorrendo a video installazioni e videoclip, indaga la contaminazione tra la video arte e la musica pop. Dando vita a una mostra visivo-sonora, articolata in tre sezioni.
Una mostra da vedere, ma anche da ascoltare. Per tutta l’estate, il Santa Maria della Scala accoglie un innovativo progetto espositivo curato da Luca Quattrocchi, proseguendo con questa nuova tappa il percorso di ricerca intrapreso negli ultimi anni. Ancora una volta, dunque, l’istituzione culturale senese si concentra sull’indagine dei linguaggi contemporanei e sulla loro ibridazione, sviluppando una mostra “multiforme”. Si tratta, infatti, di una grande installazione audiovisiva, che intende “offrire al visitatore/spettatore un’esperienza immersiva nuova e sui generis“.
Aperta fino al 4 novembre prossimo, Musica per gli occhi. Interferenze tra video arte, musica pop, videoclip si articola in tre sezioni, mettendo in evidenza il crescente interesse degli artisti per il videoclip e, nello stesso tempo, dimostrando come il videoclip stesso – e, per estensione, la musica pop – costituiscano una fonte dalla quale gli autori contemporanei riescono a cogliere “inediti spunti creativi e occasioni di riflessione sulla società contemporanea“.
Francesco Vezzoli, Pipilotti Rist, Martin Creed, AES, Robert Boyd e Jesper Just sono alcuni dei 15 video artisti selezionati per la sezione di apertura della mostra, alla quale fa seguito un focus sui videoclip realizzati da famosi registi cinematografici.
Da Michelangelo Antonioni a Luc Besson, da Derek Jarman a David Lynch; da Roman Polanski a Wim Wenders, i protagonisti sono in questo caso nomi di rilievo internazionale, unificati dalla comune esperienza di collaborazione con importanti musicisti. La conclusione di Musica per gli occhi. Interferenze tra video arte, musica pop, videoclip è affidata a 14 lavori realizzati da altrettanti artisti contemporanei e del secolo scorso, tra cui Damien Hirst, Vanessa Beecroft, Keith Haring, Andres Serrano, Bansky e Andy Warhol.
A sottolineare gli aspetti chiave della rassegna è stato lo stesso direttore del Santa Maria della Scala, Daniele Pitteri, che ha ricordato come “la nascita della videoclip, pur preceduta da altre forme di rappresentazione audiovisiva, non si limita a sancire in maniera definitiva questo legame imprescindibile, ma offre nuove possibilità espressive ad altre forme di arte. E la pop music diventa l’elemento di congiunzione/ispirazione per artisti, registi, video artisti che indagano nuove forme espressive, a partire proprio dalla sublimazione del corpo del musicista/star. Con Musica per gli Occhi vogliamo indagare proprio questi legami, questo miscuglio di espressività che generano a loro volta forme nuove, possibilità di sperimentazioni, in molti estreme, proprio perché esplorano a fondo le potenzialità della fusione fra la dimensione uditiva e quella visiva”.
[Immagine in apertura: Katarzyna Kozyra, Cheerleader, 2006 © Katarzyna Kozyra. Courtesy: ZAK | BRANICKA. Photo: Marcin Oliva Soto]