Nove sculture giganti dell'artista spagnolo basco Eduardo Chillida resteranno esposte per tutta l'estate negli spazi all'aperto del prestigioso museo di Amsterdam. Grande innovatore delle arti plastiche, l'ex calciatore convertito all'arte studiò in particolare le potenzialità dell'acciaio.
Scomparso nel 2002, Eduardo Chillida è considerato tra gli innovatori della scultura del dopoguerra. Le sue opere, tra cui alcune enormi realizzazioni in acciaio, hanno contribuito a imprimere un profondo rinnovamento in questo ambito artistico, iscrivendolo di diritto tra le figure di riferimento della sua generazione. Quest’anno la mostra estiva che coinvolge i giardini del Rijksmuseum di Amsterdam celebra la sua produzione, con un percorso en plein air visitabile fino al 23 settembre.
L’occasione costituisce un evento senza precedenti per i Paesi Bassi, dove le opere di Eduardo Chillida non sono mai state presentate fino ad ora. Negli spazi all’aperto della prestigiosa istituzione museale sono state collocate nove monumentali sculture, concesse per l’occasione dal Museum of Contemporary Art di Barcellona (MACBA), dalla Collezione Peggy Guggenheim di Venezia, dalla Fondazione Eduardo Chillida-Pilar Belzunce di Hernani e da una collezione privata. Realizzate in diverse fasi della sua carriera, testimoniano la distintiva capacità dell’artista di misurarsi con interventi sviluppati su larga scala, affrontando concetti complementari: pieno e vuoto; interno ed esterno; gravità ed equilibrio.
Realizzata nel 1993, Arco de la Libertad costituisce una delle opere chiave dell’esposizione per la sua capacità di trasferire il tema del vuoto; in Homenaie a Calder, del 1979, Chillida ha scelto di tributare un personale omaggio all’artista statunitense e ai suoi celeberrimi Mobiles, mettendosi alla prova con il concetto di gravità.
Associata a un catalogo dedicato, la mostra consente dunque di immergersi nell’universo di un autore sorprendente e dall’insolita biografia: nato nel 1924, Chillida ha infatti iniziato la sua carriera come calciatore professionista. Costretto a rinunciare allo sport a causa di un infortunio, si è inizialmente iscritto a un corso di architettura, trasferendosi poi a Parigi per studiare arte. Nella capitale francese è avvenuta la conoscenza con la scultura greca: una vera e proprio “folgorazione”, che gli ha permesso di scegliere la direzione da imprimere al suo futuro. Insignito del Gran Premio alla Biennale di Venezia, nel 1958, è oggi presente nelle collezioni di musei internazionali, tra cui il Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía, il Kunstmuseum Basel, l’Art Institute di Chicago e la Neue Nationalgalerie di Berlino.
[Immagine in apertura: Eduardo Chillida, Homenaje a Calder, 1979. Placido Arango Collection. Photo Kelly Schenk]