All'età di 85 anni, è morto a Londra lo scrittore Vidiadhar Surajprasad Naipaul, vincitore nel 2001 del Premio Nobel per la Letteratura. Un autore tanto prolifico quanto incline a scatenare polemiche, Naipaul non ha mai rinunciato a esporre in modo adamantino anche le sue tesi più controverse.
All’età di 85 anni, è scomparso lo scrittore Vidiadhar Surajprasad Naipaul, più spesso conosciuto con il solo nome delle sue iniziali seguite dal cognome (V.S. Naipaul). Nato nel 1932 nello Stato centro-americano di Trinidad, ma naturalizzato britannico, è morto proprio nella capitale inglese. A confermare la tragica notizia del suo decesso è stata la moglie, che ha dichiarato: “È stato un gigante in tutto ciò che raggiunto, si è spento circondato da colore che amava dopo una vita ricca di creatività ed esperienze“.
La carriera letteraria di Naipaul, estesa per oltre mezzo secolo, è stata sempre accompagnata tanto da successi quanto da polemiche. E non poteva essere diversamente: scrittore “scomodo”, l’autore ha sempre trattato tematiche su cui il dibattito rischia tuttora di accendersi, quali l’identità e il proprio luogo di origine, inteso sia culturalmente sia fisicamente, o l’eredità del colonialismo e la radicalizzazione nel mondo islamico.
Nonostante abbia vinto alcuni dei più prestigiosi premi letterari – dal Booker Prize del 1971 al Nobel, nel 2001 – Naipaul ha restituito a più riprese panoramiche anche spietate di molti dei Paesi in via di sviluppo, come l’India – da cui la sua stessa famiglia aveva origine – e l’Africa tutta.
Il primo romanzo pubblicato, Il massaggiatore mistico, risale al 1957. Supererà presto il tono “leggero” dei suoi tre lavori iniziali. Persino nel suo resoconto di viaggio degli anni Sessanta, riporterà un giudizio inflessibile e mediato da uno sguardo incorruttibile, che non gli permetterà mai di addolcire il suo pensiero: “La Storia si basa sulla creazione e il risultato raggiunto, e niente è stato creato nelle Indie occidentali“, si legge in The Middle Passage.
I suoi estimatori, però, ribadiranno a più riprese che – per quanto analitica l’esposizione – l’inevitabile indignazione per ciò che vede verrà stemperato da Naipaul dal suo lato umano, mediato dall’ironia.
Continuando ad alternare saggistica e letteratura, la carriera di Naipaul si prolungherà per i quattro decenni successivi. Non senza contrasti, com’era già stato per gli esordi della sua produzione letteraria, ma lo scrittore si dichiarerà sempre poco toccato dalle critiche, come confessato in un’intervista all’Observer nel 2008: “Quando leggo quelle cose” – ha detto, riferendosi alle recensioni negative – “sono immensamente divertito“.
[Immagine in apertura: fonte Wikipedia]