In India, una mostra dove l’artista è l’intelligenza artificiale

19 Agosto 2018

Nao Takui, Imaginary Landscape, 2018

Per la prima volta in India, una mostra – ospitata dalla galleria Nature Morte, di New Delhi – presenta opere d’arte interamente realizzate da un’intelligenza artificiale.
Anzi, il rapporto stesso tra progressi tecnologici e arte contemporanea è l’oggetto di indagine dell’esposizione, intitolata Gradient Descent e aperta fino al prossimo 15 settembre: come si evolveranno i linguaggi visivi, in un ambiente post-umano in cui la nostra specie abbia già sviluppato una relazione tra Uomo e macchina?

In questo senso, negli ultimi anni si è assistito a un vero boom di quella branca della computer science che punta a realizzare una macchina intelligente e autonoma, che si comporti e reagisca proprio come uno essere umano.
Anche gli artisti sono rimasti profondamente suggestionati dalle implicazioni dell’intelligenza artificiale, se applicata ai linguaggi visivi: complice la progressiva abbordabilità di molte tecnologie, molti autori stanno rivedendo il modo stesso in cui fanno arte.
Se prima, infatti, gli artisti utilizzavano uno strumento al servizio del loro pensiero creativo, con l’introduzione dell’intelligenza artificiale si ritrovano in una condizione di quasi parità con la macchina: perché si giunga all’opera realizzata, più che “usare” algoritmi e modelli in modo pedissequo gli artisti “devono” educare la macchina, innanzitutto al loro stesso senso del Bello.

Per quanto l’intelligenza artificiale sia associata a dubbi e paure, spesso veicolati dalla fantascienza già con diversi anni di anticipo sulla realtà dei fatti, i sette artisti presenti all’esposizione di New Dehli ne considerano invece un aspetto potenzialmente molto positivo: la promessa di rinnovare i processi creativi, facendo delle nuove “menti” sintetiche dei validi collaboratori.

 

[Immagine in apertura: Nao Takui, Imaginary Landscape, 2018]