La Aargauer Kunsthaus di Aarau, in Svizzera, ospita un’ampia rassegna dedicata al Surrealismo in chiave nazionale. Riunendo 400 opere di una sessantina di artisti che, in molti casi, seppero dare un contributo di livello internazionale.
Quando si pensa al Surrealismo, le prime immagini che balzano alla mente sono le atmosfere parigine, storico scenario in cui assunse forma il Manifesto ideato da André Breton. Eppure la Svizzera non ha nulla da invidiare sull’argomento alla Ville Lumière, come sottolineato dalla mostra in arrivo alla Aargauer Kunsthaus di Aarau dal primo settembre.
Fino al 2 gennaio 2019, infatti, il museo svizzero ospiterà la poderosa esposizione intitolata Surrealism Switzerland, accendendo i riflettori sull’avventura surrealista elvetica attraverso le opere dei suoi celebri protagonisti, ma anche attraverso una catena di rimandi al presente. Organizzata in nove stanze tematiche, la mostra è composta da 400 opere di circa sessanta artisti svizzeri, alcuni dei quali si opposero strenuamente alle istanze conservatrici promosse nel loro Paese d’origine nella prima metà del Novecento.
Alcuni furono dei pionieri del movimento, come Paul Klee e Hans Arp, altri contribuirono all’epopea parigina, come Alberto Giacometti e Meret Oppenheim, altri ancora diedero vita in Svizzera a gruppi quali Gruppe 33 a Basilea. Sogni, fantasie, l’orrore verso la guerra, la morte e la spiritualità sono solo alcuni dei temi presi in esame dalla mostra elvetica, ripercorrendo così i nuclei cardine del Surrealismo.
Completano il mosaico della rassegna le artiste donne più o meno esplicitamente legate al movimento, quali, per esempio, Anita Spinelli e Ilse Weber, e una serie di artisti contemporanei che hanno fatto propria la lezione surrealista come Pipilotti Rist e Ugo Rondinone.
[Immagine in apertura: Sonja Sekula, Ohne Titel, 1943, olio su tela, 64 x 94 cm, Kunstmuseum Lucerna, Deposito BEST Art Collection, photo Andri Stadler, Lucerna © Andri Stadler, Lucerna]