Vincitore del Pritzker Prize nel 1991, membro onorario del Royal Institute of British Architects e dell'American Institute of Architects, vincitore del Rome Prize Fellowship e di molti altri riconoscimenti l'architetto e saggista Robert Venturi, tra i più influenti del Novecento, si è spento nella sua casa in seguito a una breve malattia.
Ha rapidamente fatto il giro del mondo la notizia della scomparsa, all’età di 93 anni, dell’architetto, docente e teorico dell’architettura Robert Venturi. Vincitore del Pritzker Prize nel 1991, fu tra le voci più influenti e autorevoli del Novecento, in particolare grazie alla sua robusta produzione saggistica, che lo colloca di diritto tra gli ispiratori del postmodernismo, movimento del quale non volle mai comunque considerarsi “padre fondatore”.
Originario di Philadelphia, dove nacque il 25 giugno 1925, Venturi si formò presso l’Università di Princeton; particolarmente significativa fu l’esperienza maturata in Italia, dove giunse grazie a una borsa di studio promossa dall’American Academy di Roma. Al ritorno negli Stati Uniti, dopo un biennio in Europa, incontrò Denise Scott Brown, architetto e docente con la quale strinse un sodalizio umano e professionale.
Autore di edifici entrati nella storia dell’architettura del Novecento – dalla celeberrima Vanna Venturi House, progettata a metà degli anni Sessanta per sua madre e nota per “l’asola” che spezza la copertura e per lo studio dei prospetti, all’Allen Memorial Art Museum a Oberlin, Ohio (1976); dall’ampliamento della National Gallery of Art di Londra (1986) al Seattle Art Museum, negli anni Novanta – ha contribuito in maniera rilevante al dibattito architettonico internazionale.
In Complexity and Contradiction in Architecture, del 1966, dichiarò la propria posizione di distacco rispetto ai principi chiave del Movimento Moderno, sintetizzando la sua visione nella formula “less is bore” , efficace superamento del “less is more” identificativo dell’opera architettonica di Mies van der Rohe.
Con Learning From Las Vegas, scritto con la stessa Scott Brown e con Steven Izenour nel 1972, incise in maniera decisiva sull’affermazione del postmodernismo; con l’analisi di questa città-icona, cresciuta rapidamente nel deserto del Mojave, ottenne anche uno straordinario successo editoriale. Con la moglie fondò lo studio Venturi Scott Brown Associates, successivamente rinomato VSBA e ancora oggi in attività.
A dare notizia del decesso è stato il figlio, l’urbanista James Venturi, indicando che è avvenuto in casa, dove il progettista era circondato dai suoi cari, e in seguito a una breve malattia. Ulteriori dettagli in merito alle modalità di svolgimento del funerale saranno comunicate nelle prossime settimane.
[Immagine in apertura: Robert Venturi, Vanna Venturi House, photo by Smallbones, dicembre 2010, fonte Wikipedia]