Ai sogni, a desideri e aspettative, a fantasie e paure rimandano le opere più intime e visionarie presentate al Chiostro del Bramante di Roma nella mostra Dream, a cura di Danilo Eccher, inaugurata lo scorso 29 settembre.
È opinione diffusa che l’arte contemporanea sia “cerebrale”, espressione di un pensiero più che di un sentire. Il che non è del tutto sbagliato, ma questo non significa che l’espressività odierna sia sempre legata a concetti razionali: la dimensione onirica è anch’essa frutto della nostra mente.
Proprio ai sogni, a desideri e aspettative, a fantasie e paure rimandano le opere più intime e visionarie presentate al Chiostro del Bramante di Roma nella mostra Dream, a cura di Danilo Eccher, inaugurata lo scorso 29 settembre.
Fino al 5 maggio del 2019, la suggestiva location capitolina ospiterà un percorso allegorico alla scoperta dei segreti dell’animo umano. Proprio l’idea di viaggio informa la rassegna, che quindi concretizza una metafora per “farsi strada” nel nostro inconscio.
Attraverso opere site-specific e interventi ripensati per adattarsi agli spazi del Chiostro, lo spettatore viene così guidato verso le profondità della nostra psiche, partendo dalle “zone oscure” della nostra anima e via via assurgendo alla dimensione meditativa e spirituale. Per accedere, come sostenuto dal curatore, “nei territori dell’emozione, dell’incanto, della poesia”.
Grazie alle opere di Anselm Kiefer e Bill Viola, Christian Boltanski e Anish Kapoor, Ryoji Ikeda e James Turrell, per nominare solo alcuni degli artisti presentati in mostra, Danilo Eccher porta così a conclusione la “trilogia” di esposizioni curate per il Chiostro del Bramante e dedicate ciascuna a uno stato emotivo dell’uomo.
A precedere Dream, infatti, ci sono state altre due “esplorazioni” dei sentimenti e dell’animo: Love, nel 2016, ed Enjoy, dell’anno successivo.
[Immagine in apertura: Peter Kogler, Opera site-specific commissionata e prodotta da Dart – Chiostro del Bramante. Courtesy: Studio Kogler. Foto Atelier Kogler]