Uno dei gioielli architettonici della città di Firenze si appresta a tenere aperte le proprie porte oltre i consueti orari, per un'iniziativa destinata ai bambini dai 6 ai 12 anni e alle loro famiglie: dormire tutti insieme nella cornice di una delle più preziose testimonianze dell'epoca medicea.
Quando e come si acquisisce consapevolezza dell’importanza del patrimonio culturale della propria città? Si può iniziare a lavorare su questo aspetto fin da piccolissimi, come ricorda la nuova edizione di un’esperienza che, nel maggio scorso, ha riscosso un ampio consenso.
Venerdì 21 settembre, dalle ore 21.00 alle 9 del mattino, il Museo di Palazzo Vecchio resterà aperto per tutta la notte e ospiterà i bambini dai 6 ai 12 anni che, previa prenotazione, vorranno trascorrere uno dei luoghi simbolo della città di Firenze. In compagna di un adulto – è consentita la partecipazione di un accompagnatore per ciascun bambino – i giovani visitatori potranno prendere parte a un percorso guidato alla scoperta dei segreti di Palazzo Vecchio, per poi pernottare al suo interno – con il sacco a pelo – fino alla mattina successiva.
A “vegliare” suoi loro sonni sarà il maestoso Salone dei Cinquecento, nella cui cornice potranno riposarsi tra eccezionali dipinti, statue e dipinti. All’interno dello storico edificio sono infatti presenti pregevoli testimonianze artistica di varie epoche: a partire dal 1540, il complesso divenne residenza della famiglia Medici e di tutta la corte. Ancora oggi i visitatori possono ammirare stanze, riccamente ornate e dipinte, nelle quali vennero ospitati anche personalità di particolare riguardo.
Promossa dal Comune di Firenze e da MUS.E, l’iniziativa ha debuttato in occasione di Firenze dei Bambini, evento che verrà di nuovo organizzato nell’aprile 2019. Si tratta di “un’esperienza magica che i bambini ricorderanno come momento di gioco e formazione – ha commentato la vicesindaca di Firenze Cristina Giachi – Un’occasione per chiudere gli occhi con la grandiosità del Salone dei Cinquecento e ritrovare al risveglio la stessa meraviglia.”