Artista fra i più noti e discussi del Novecento, Balthus è al centro dell’imperdibile esposizione allestita alla Fondation Beyeler di Basilea fino al primo gennaio 2019.
Ha aperto le porte al pubblico poche ore fa la prima retrospettiva su Balthus allestita in un museo svizzero dal 2008, catalizzando l’attenzione di appassionati e addetti ai lavori. Riflettori accesi, dunque, fra le sale della Fondation Beyeler di Riehen/Basilea, sulla pittura di Balthasar Klossowski de Rola, conosciuto in tutto il mondo come Balthus.
Promotore di un linguaggio pittorico in controtendenza rispetto ai dettami della modernità, l’artista ha saputo dar vita a uno stile in cui convivono richiami alla tradizione e anche uno spirito avanguardistico sui generis. Amato per la complessità della sua poetica, ma anche fortemente criticato per la maniera di ritrarre i soggetti femminili, Balthus è autore di una pittura fatta di contraddizioni e bellezza, ironia e mistero.
La mostra alla Fondation Beyeler ripercorre la carriera di Balthus attraverso una cinquantina di opere, a partire dal monumentale Passage du Commerce-Saint-André, del 1952–54, prodromo della ricerca dell’artista sul tempo e lo spazio, sulla figura e sull’oggetto, calata in un contesto nel quale si alternano tradizione e uno sguardo che oggi può definirsi fortemente contemporaneo.
Curata da Raphaël Bouvier e Michiko Kono, la rassegna mette in luce le tante sfaccettature che caratterizzano l’opera di Balthus e successivamente raggiungerà il Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid.
[Immagine in apertura: Balthus, La partie de cartes, 1948-1950, olio su tela, 139,7 x 193,7 cm, Museo Nacional Thyssen-Bornemisza, Madrid © Balthus]