Le sale dell’Albertina si preparano ad accogliere la prima, ampia retrospettiva dedicata a Claude Monet dall’Austria negli ultimi vent’anni. Mettendo in luce il profondo legame tra l’artista e il mondo naturale.
Sono trascorsi più di 20 anni dall’ultimo omaggio espositivo dell’Austria a Claude Monet. Oggi l’Albertina di Vienna dedica a uno dei capisaldi dell’Impressionismo un densa retrospettiva che, dal 21 settembre al 6 gennaio 2019, offrirà al pubblico un viaggio fra le trame pittoriche “intessute” da Monet nei suoi dipinti, sottolineandone il talento nel padroneggiare luce e colore.
Grazie a una serie di importanti prestiti concessi dalle più note sedi museali del pianeta ‒ il Musée d’Orsay di Parigi, il Museum of Fine Arts di Boston, la National Gallery di Londra e il Museo Pushkin di Mosca, solo per citarne alcune ‒ Claude Monet. A Floating World ripercorre la storia pittorica dell’artista dagli esordi pre-impressionisti fino alle ultime sperimentazioni, anticipatrici dell’Espressionismo astratto.
Da sempre interessato all’ambiente naturale, Monet fece di quest’ultimo il soggetto cardine della propria pittura, dando particolare risalto all’elemento acquatico ‒ basti pensare agi scorci della Normandia, ai riflessi della Senna e, in ultimo, alle ninfee di Giverny ‒ e alle variazioni luminose dettate dal succedersi delle stagioni, immortalato dalle pennellate dense e vive di Monet.
Luce e colore diventano via via soggetti a sé stanti, affrancati dalla natura che ne rappresenta il punto di origine. Dall’en plein air impressionista Monet si muove dunque verso una linea tesa nella direzione astratta, suscitando poi, non a caso, l’ammirazione di Kandinsky, estasiato dall’opera Grainstack in Sunlight, vista in occasione di una mostra dedicata all’Impressionismo.
[Immagine in apertura: Claude Monet, Camille Monet e bambino nel giardino dell’artista ad Argenteuil]