La capitale spagnola accoglie la prima retrospettiva di Luigi Ghirri allestita al di fuori dei confini italiani. Celebrando la passione del fotografo verso il paesaggio, che con i suoi scatti intendeva "mappare".
Ha aperto i battenti poche ore fa la mostra The Map and the Territory, ospite del Museo Reina Sofía di Madrid fino al 7 gennaio 2019. Per la prima volta una retrospettiva dedicata al fotografo emiliano esce dai confini italiani, a riprova del grande interesse suscitato dagli scatti di Ghirri a livello internazionale.
Curata da James Lingwood e realizzata in collaborazione con il Folkwang Museum di Essen e il Jeu de Paume di Parigi, la mostra punta i riflettori sulla produzione degli anni Settanta, epoca in cui le trasformazioni del paesaggio urbano diventarono tangibili attraverso la crescita delle periferie e l’emergere di nuovi assetti territoriali.
Munito di una Canon e di pellicola a colori, Ghirri fece della periferia di Modena il suo campo di indagine, dando vita a un rivoluzionario corpus di lavori rispetto agli esiti fotografici di allora. Territorio e mappatura sono i due concetti chiave attorno a cui ruotò l’indagine visiva di Ghirri e proprio a essi si ispira la rassegna madrilena, che evoca la prima, importante personale del fotografo andata in scena nel 1979 al Centro Studi e Archivio della Comunicazione (CSAC) di Parma.
Concepite da Ghirri come vere e proprie “mappe”, le fotografie esposte a Madrid parlano di paesaggi e periferie, di dettagli urbani e architettonici, dell’eterno dialogo/scontro fra natura e artificio, di cartelloni pubblicitari dall’estetica moderna. Un mosaico di immagini che testimonia la volontà espressa da Ghirri: “Piuttosto che fare fotografie, il mio scopo era creare grafici e mappe che allo stesso tempo fossero fotografie”.
[Immagine in apertura: Luigi Ghirri, Lido di Spina, 1974 © Archivio Luigi Ghirri]