Considerato uno degli artisti che più e meglio hanno saputo anticipare i tormenti del Novecento, Max Klinger è al centro della monografica dedicatagli dal Museo Civico delle Cappuccine.
Pittore, scultore, disegnatore, incisore, musicista e teorico. Sono queste le tante abilità dimostrate da Max Klinger durante l’arco della sua esistenza e della sua intensa carriera artistica.
Fino al 15 gennaio 2019, il Museo Civico delle Cappuccine, a Bagnacavallo in provincia di Ravenna, renderà omaggio alla sua storia creativa con la rassegna Inconscio, mito e passioni alle origini del destino dell’uomo.
Curata da Patrizia Foglia e Diego Galizzi, la mostra riunisce oltre 150 opere che testimoniano la maestria di Klinger nel padroneggiare la tecnica dell’incisione, affidando al bianco e nero il compito di restituire le molteplici sfumature delle passioni umane. Anticipatore delle istanze artistiche del Novecento, l’artista ha saputo mescolare realtà quotidiana, mito e inconscio in un dettagliato mosaico dell’esistenza collettiva.
Pioniere degli stilemi surrealisti e metafisici, in dialogo con le ricerche psicanalitiche freudiane, Klinger “ha toccato tutti i registri della vita, ne ha colto la potenza, la magnificenza, la tristezza e le ha interpretate per noi”. Parole di un’altra artista, Maestra dell’incisione e grande indagatrice del sentimento umano, Käthe Kollwitz.