Quali opere sono state valutate da critica e pubblico come "capolavori", nella vasta e diversificata produzione di Pablo Picasso. Il museo di Parigi a lui intitolato fa luce sulla ricezione dell'arte del Maestro cubista nel corso dei decenni. Proponendo alcune rarità assolutamente imperdibili...
Riunendo alcuni dei maggiori capolavori firmati da Pablo Picasso nel corso della sua lunghissima carriera, alcuni dei quali mai presentati prima a Parigi, con l’esposizione Picasso. Chefs-d’ouvres! il Musée National Picasso-Paris intende rispondere a una domanda all’apparenza semplice, quanto in realtà ricca di sfumature se applicata a un Maestro dell’avanguardia novecentesca.
Cosa si intende, infatti, per “capolavoro” (chef-d’ouvre, in francese) quando ci rapportiamo alla prolifica, innovativa produzione di un autore senza uguali nella storia dell’arte contemporanea? Quali opere, e perché, sono insomma definite “capolavori” rispetto ad altre la cui qualità non può in ogni caso essere messa in dubbio?
La mostra, in corso nella capitale francese fino al prossimo 13 gennaio 2019, si focalizza quindi sulla fortuna critica delle opere di Picasso nel corso dei decenni. Le esposizioni, le recensioni e le pubblicazioni che hanno accompagnato ogni opera hanno infatti contribuito in modo sostanziale a definirne lo status di “capolavori”.
Ma lo stesso Picasso non si risparmierà nel riflettere sul proprio processo creativo e su cosa significhi. La prima sezione del percorso espositivo – Le chef-d’ouvre inconnu – si concentra allora sui numerosi autoritratti dipinti da Picasso, visto che la “messa in scena” dell’artista intento a creare attraversa tutta la carriera dell’autore, di fatto influenzando la stessa ricezione critica, che recepisce inevitabilmente l’autorappresentazione dell’artista come genio creativo e “produttore” di capolavori.
Tra le opere esposte, oltre a immagini iconiche quale Les Demoiselles d’Avignon – l’atto costitutivo del Cubismo, che pure venne accolta dai contemporanei con indifferenza o addirittura rigetto – o le tre diverse versioni de Les Baigneuses (per la prima volta riunite assieme a Parigi), figura anche un “capolavoro” giovanile davvero poco conosciuto al grande pubblico.
Science et Charité, questo il titolo del dipinto, giunge per la prima volta agli spettatori parigini e mostra gli esordi di Picasso. Essendo una delle poche opere conservate dall’autore tra quelle della sua giovinezza, pur lontana dai risultati strabilianti che otterrà in seguito, l’immagine mostra la maestria tecnica raggiunta da Picasso già ai tempi dei suoi studi alla Llotja, la scuola di Belle Arti di Barcellona. Un intervento che i suoi contemporanei sicuramente giudicarono meritevole di attenzione, assegnandogli una menzione d’onore a Madrid e la medaglia d’oro all’esposizione provinciale di Malaga presso cui fu esposto.
Esempio perfetto per spiegare come opere così diverse, come sono quelle degli esordi e le rivoluzionarie tele dei decenni successivi, siano state di volta in volta giudicate o ri-valutate come “capolavori” da critici e pubblici differenti, che cambiavano essi stessi i proprio valori estetici in reazione ai linguaggi innovativi concepiti da Picasso e dagli altri grandi esponenti delle avanguardie storiche.