Il Complesso del Vittoriano ‒ Ala Brasini fa da cornice alla star della Pop Art per eccellenza. Ripercorrendo la carriera di Andy Warhol attraverso le sue opere più iconiche.
Si intitola semplicemente Andy Warhol, la mostra allestita fino al 3 febbraio nell’Ala Brasini del Complesso del Vittoriano a Roma. Curata da Matteo Bellenghi, la rassegna celebra uno dei talenti più rivoluzionari della nostra epoca, capace di svelare attraverso le proprie opere i meccanismi del mondo contemporaneo, traendo linfa da essi per dare vita a opere passate alla storia.
Non è casuale, dunque, che la rassegna capitolina si apra con l’iconica serie della Campbell’s Soup, lattine di zuppa vendute nei supermercati e consegnate da Warhol all’universo dell’arte, nell’ottica dei famosi 15 minuti di celebrità bramati da chiunque, passando dall’anonimato alla luce dei riflettori. Le oltre 170 opere esposte tracciano i contorni di una carriera vissuta sullo sfondo di New York, che diede a Warhol la meritata visibilità.
Frequentatore dello Studio 54 e cuore pulsante della storica Factory, l’artista seppe cogliere lo spirito del suo tempo, traducendolo in capolavori oggi noti in tutto il mondo. Dai ritratti di grandi personaggi divenuti grazie a Warhol vere e proprie icone pop ‒ come Marilyn Monroe, Mao o Jackie Kennedy ‒ fino alle incursioni nel mondo musicale, con la realizzazione di memorabili copertine di dischi per i Velvet Underground & Nico o i Rolling Stones.
Una parte della mostra è dedicata alle polaroid dell’epoca, che costituirono per Warhol il punto di partenza delle sue opere ‒ basti pensare a Grace Jones, Valentino, Stevie Wonder o agli stessi Self portrait ‒ e al legame fra l’artista e il mondo cinematografico, cui si ispirano i ritratti di Judy Garland, Sylvester Stallone e Arnold Schwarzenegger.
[Immagine in apertura: Andy Warhol, exhibition view della mostra al Complesso del Vittoriano, Roma. Foto di Gianfranco Fortuna]