A cinquant'anni di distanza dalla mostra "Young Italians", un progetto espositivo omonimo riunisce dodici voci under 40 dell'arte contemporanea italiana. Interrogandosi sulla scarsa presenza dei giovani autori nostrani all’estero e sulle modalità per invertire questa "tendenza", sostenendo così i talenti nazionali.
Davide Balliano, Danilo Correale, Irene Dionisio, Antonio Fiorentino, Silvia Giambrone, Domenico Antonio Mancini, Elena Mazzi, Luca Monterastelli, Ornaghi&Prestinari, Gian Maria Tosatti, Eugenia Vanni, Serena Vestrucci: sono gli artisti – rigorosamente di età inferiore ai quarant’anni, tutti nati e cresciuti in Italia – protagonisti della collettiva Young Italians, in corso all’Istituto Italiano di Cultura di New York City.
Attivi, almeno in larga parte, sempre nel Paese d’origine, questi autori sono stati scelti per il nuovo progetto promosso da Magazzino Italian Art e dallo stesso Istituto Italiano di Cultura.
Le loro opere, esposte fino all’1 novembre, renderanno omaggio all’omonimo appuntamento espositivo, curato da Alan Solomon, che si svolse nel 1968 all’Institute of Contemporary Art di Boston e al Jewish Museum di New York.
La versione “contemporanea” di quel progetto, a cura di Ilaria Bernardi, si interroga sulle ragioni della scarsa presenza all’estero dei giovani artisti italiani, delineando di fatto un’occasione di confronto tra la scena artistica nazionale di 50 anni fa e quella attuale.
Fra differenze e analogie, tra cui “l’influenza” dell’importante patrimonio culturale italiano e l’urgenza di confrontarsi con il clima sociale e politico italiano coevo, la mostra permette di evidenziare due tendenze comuni, suddividendo in altrettanti gruppi –I(n)-Arte e I(n)-Realtà, i protagonisti selezionati. A Young Italians è associato un catalogo illustrato che, oltre al saggio della curatrice Ilaria Bernardi, contiene contributi – tra gli altri – di Giorgio van Straten, direttore dell’Istituto di Cultura di New York, Nancy Olnick e Giorgio Spanu, fondatori di Magazzino Italian Art.
[Immagine in apertura: Danilo Correale, The Surface of My Eye is Deeper Than The Ocean (La superficie del mio occhio è più profonda dell’oceano), 2011, courtesy l’artista