Pittore fra i più emblematici del secolo scorso, Achille Funi è al centro della mostra allestita al CMC di Milano. Insieme ai colleghi che vissero con lui l’esperienza di “Novecento”.
C’è tempo fino al 24 novembre per visitare la mostra Achille Funi (1890-1972) e gli amici pittori di “Novecento”, ospite del CMC ‒ Centro Culturale di Milano. Curata da Nicoletta Colombo e Serena Redaelli, in collaborazione con l’Archivio Funi, l’esposizione riunisce una trentina di opere dell’artista ferrarese, alcune delle quali inedite, che ne ripercorrono la carriera.
L’itinerario si apre con i dipinti realizzati da Funi tra il 1911 e il 1940, dagli esordi futuristi sino alla classicità in chiave moderna di “Novecento”, il movimento da lui fondato insieme a Mario Sironi. Si va da capolavori come Giovinetta (Margherita) del 1913, Marinetti. Lussuria Velocità (1914-1920), Autoritratto con brocca blu (1920) agli inediti rinvenuti attraverso la catalogazione di archivio, quali Paesaggio (1912), e Motociclista (1914).
Non mancano lavori ritrovati dopo decenni di assenza dalla ribalta espositiva, come Il pasto (1914), La figura e la finestra (1924), Nudo (1929) e anche uno Studio del pittore del 1939, risalente al periodo di permanenza a Tripoli. Completano la sezione dedicata ad Achille Funi lo spolvero, il cartone a pastelli colorati e i preparatori per il ciclo di affreschi destinati alla Chiesa di San Francesco a Tripoli.
La mostra è impreziosita da alcune opere dei colleghi che vissero insieme a Funi l’avventura di “Novecento”, molte delle quali esposte a distanza di 50 anni dall’ultima apparizione. Ne sono un esempio Odeon (1919-1920) di Anselmo Bucci, la Ciociara (1925) di Alberto Salietti e Verso Como (1928) di Pompeo Borra. Fra i dipinti storici Le Amazzoni (1924) di Ubaldo Oppi, Nudo allo specchio (1923) di Mario Sironi e Mulino delle castagne (1925) di Carlo Carrà.