La Fondazione Carriero rende omaggio a uno dei più noti esponenti dell’arte concettuale italiana, dedicandogli una mostra che ripercorre la sua lunga carriera.
Dopo la sensazionale rassegna intitolata a Sol LeWitt, la Fondazione Carriero di Milano torna ad approfondire il filone dell’arte concettuale ospitando del Bello ideale, la mostra monografica dedicata alla carriera ultra cinquantennale di Giulio Paolini e impreziosita dagli interventi della scenografa Margherita Palli.
Frutto del dialogo serrato tra il curatore Francesco Stocchi e lo stesso artista, l’esposizione evoca 57 anni di lavoro di Paolini, riunendo alcune delle sue opere più celebri attorno a tre nuclei tematici, che prendono forma da un piano all’altro della fondazione. Al pianterreno la scena è occupata dal tema del Ritratto e Autoritratto, terreno d’indagine molto frequentato da Paolini; In superficie, al primo piano, chiama in causa la prospettiva e la simbologia dell’orizzonte, mentre Uno di due, nella sala rococò del secondo piano, analizza il legame fra mito e classicità nella produzione di Paolini.
I medesimi temi hanno ispirato anche gli interventi della scenografa Margherita Palli, la quale ha trasformato una delle stanze della fondazione in una Wunderkammer che si rifà allo studiolo di Federico da Montefeltro, e ha disegnato a mano i principi cardine del trattato sulla prospettiva dell’architetto e artista fiammingo Hans Vredeman de Vries, testo guida per Paolini.
[Immagine in apertura: Giulio Paolini, Mimesi, 1975 © Giulio Paolini. Foto courtesy Fondazione Giulio e Anna Paolini, Torino]