Al Centre Pompidou-Metz va in scena la notte, declinata attraverso la creatività degli artisti. Lungo un arco temporale che include oltre un secolo di storia visiva.
Carica di sfumature e di suggestioni, la notte è uno dei temi più cari agli artisti, che si sono misurati con questo misterioso – e a tratti inquietante – momento della giornata dandogli un volto e una forma, grazie a linguaggi creativi differenti. Trae spunto da queste premesse la mostra Painting the Night, allestita fino al 4 aprile 2019 nella sede del Centre Pompidou-Metz.
Oltrepassando i limiti della pittura e includendo fotografia, musica, letteratura, video e installazioni, la rassegna francese testimonia il ruolo cardine giocato dalla notte nella vita dell’uomo. Momento utile a “staccare la spina”, soprattutto in epoca odierna, la notte merita un’attenzione ancora maggiore ai giorni nostri, complice l’inquinamento acustico e luminoso e la tendenza a ritmi costantemente accelerati.
Metafora del buio, del sonno e dunque di una dimensione non cosciente, la notte è diventata oggetto dell’indagine artistica fin dall’Ottocento, trovando nei pittori, nei fotografi, nei musicisti, nei poeti del passato e contemporanei degli interpreti d’eccezione.
Concentrandosi sulla percezione della notte da parte degli artisti, più che sulla iconografia legata a essa, la mostra di Metz riunisce personalità del calibro di Francis Bacon, Louise Bourgeois, Brassaï, Paul Klee, Henri Michaux, Peter Doig, Rodney Graham, Martin Kippenberger, Olaf Nicolai, Gerhard Richter, Spencer Finch e Navid Nuur, confermando il fascino intramontabile della notte.
[Immagine in apertura: Roy Lichtenstein, Moonscape, 1965. Collection particulière M. & Mme. Menke © Adagp, Paris 2018. Photo © Tate, London 2018]