Che Helmut Newton sia stato un Maestro nell'esaltare il corpo, e in particolare quello femminile, è cosa più che nota. Meno conosciute invece sono le incursioni nel genere del nudo da parte di un altro celebre fotografo di moda, Saul Leiter, e addirittura del regista David Lynch. Una mostra che sta per essere inaugurata a Berlino svela gli approcci e i soggetti più intimi dei tre autori, a confronto.
Il prossimo 30 novembre, per la prima volta nella sua storia la Helmut Newton Foundation inaugurerà una mostra monotematica, interamente dedicata al genere fotografico del nudo. E lo farà con un tris di autori di tutto rispetto: oltre naturalmente all’autore cui la fondazione è intitolata, figurano nell’esposizione gli scatti di Saul Leiter e David Lynch.
Se Helmut Newton è facilmente associabile al nudo fotografico, forse stupirà la connessione invece con gli altri due nomi. In particolare, Saul Leiter è comunemente considerato un fotografo di moda – attivo per circa 20 anni nel settore, a partire dagli anni Cinquanta – e pochi sanno che, parallelamente agli scatti professionali, realizzava in studio fotografie di nudo in bianco e nero, molto più intime e sviluppate personalmente, mentre le immagini di moda su pellicola a colori venivano inviate nei laboratori di tutta New York. Solo in seguito alla morte di Leiter – avvenuta nel 2013 – la direttrice della Saul Leiter Foundation, Margit Erb, è riuscita a catalogare e promuovere questa parte ancora sconosciuta della produzione del fotografo. Lavoro che si è concluso con il libro In My Room, pubblicato nel 2018 proprio a raccogliere i nudi firmati da Leiter.
Un’atmosfera simile, fatta di vaghezza e intimità, sensibilità e timidezza, si percepisce anche nei nudi di Lynch, scattati a quasi 50 anni di distanza dalle immagini di Leiter, tra Lodz e Los Angeles.
Si tratta di fotografie spesso astratte, in cui un singolo particolare arriva a occupare tutta l’inquadratura; solo osservando bene si collega quindi “l’appartenenza” del dettaglio fotografato all’anatomia umana. Enigmatiche come i suoi film, le fotografie di Lynch sembrano una tenera, prudente esplorazione del corpo femminile, nei cui confronti l’intimità è stabilita proprio dallo zoom ravvicinato, che stabilisce una connessione quasi tattile tra l’osservatore e la modella.
Tra prospettive inattese e grandi formati, sono 25 gli scatti firmati da Lynch per la grande mostra, tutti sviluppati appositamente per l’appuntamento berlinese.
[Immagine in apertura: Helmut Newton, Tied Up Torso, Ramatuelle, 1980]