Un altro sguardo sull’Art Brut: la scuola giapponese

28 Novembre 2018

Takuya Tamura untitled (Woman), 2016 felt-tipped pen on paper, 54.4 x 76.7 cm Photo: Morgane Detraz, Atelier de numérisation – Ville de Lausanne. Yamanami Kōbō, Kōka, Shiga Prefecture

Filone creativo “legittimato” da Jean Dubuffet, l’Art Brut è al centro della rassegna espositiva che aprirà i battenti alla Collection de l’Art Brut di Losanna il prossimo 30 novembre. Curata da Edward M. Gómez, Art Brut du Japon. Un autre regard punterà i riflettori sulla scena artistica giapponese attualmente impegnata a declinare il concetto di Art Brut in chiave contemporanea.

L’esposizione riunirà, fino al 28 aprile 2019, le opere di 24 artisti nipponici, innestandosi nel solco della mostra allestita nel 2008 all’interno della Collezione svizzera e intitolata, per la prima volta fuori dal territorio del Sol Levante, agli esiti dell’Art Brut giapponese.
Nonostante il grande successo raggiunto da quella mostra, che destò l’interesse internazionale nei confronti dell’Art Brut nipponica, quest’ultima rimane tuttora piuttosto confinata al suo territorio di origine, stentando a essere conosciuta altrove.

La rassegna in arrivo a Losanna ha come obiettivo cardine la promozione di questo affascinante genere artistico, raccogliendo opere realizzate attraverso linguaggi eterogenei ‒ dalla pittura al disegno, dalla ceramica agli assemblage ‒ da artisti giapponesi afferenti a varie fasce di età e provenienze geografiche, accomunati dal fatto di lavorare ai margini del mainstream culturale.

[Immagine in apertura: Takuya Tamura, untitled (Woman), 2016. Photo: Morgane Detraz, Atelier de numérisation – Ville de Lausanne. Yamanami Kōbō, Kōka, Shiga Prefecture]