Fino al 28 aprile 2019, il Bonnefantenmuseum di Maastricht accoglie la prima mostra museale dedicata al cineasta statunitense nei Paesi Bassi. Con oltre 500 opere esposte, l'esposizione fa luce sulla multiforme produzione del cineasta "nei panni" dell'artista visivo.
David Lynch in studio © David LynchNon è soltanto un’influente figura del mondo del cinema e della televisione internazionale: David Lynch è anche un poliedrico artista visivo. Anzi, è proprio questa la definizione più comune che lui fornisce di se stesso, ricordando come la passione per il cinema sia nata per caso, durante gli studi all’accademia d’arte.
Proprio su questo aspetto dell’amatissimo autore statunitense si concentra, a partire dal 30 novembre, la retrospettiva Someone is in my House.
Allestita al Bonnefantenmuseum di Maastricht, sarà la prima mostra museale di Lynch nei Paesi Bassi e si candida anche a delineare il più completo ritratto espositivo mai dedicato al cineasta. Il percorso di visita, infatti, include oltre 500 opere dell’artista, a testimonianza dell’incessante produzione di Lynch, condotta praticamente in parallelo con la carriera di regista: il cineasta è artefice di una vasta gamma di lavori, che include dipinti, disegni, litografie, fotografie, installazioni, lampade sculturee e composizioni musicali.
Immancabile, anche in questa occasione, un riferimento al cinema. In particolare, per accompagnare la retrospettiva olandese, è stato prodotto un cortometraggio in stile tipicamente lynchiano, del quale è protagonista proprio il regista dell’acclamata serie Twin Peaks.
Formatosi in pittura all’Accademia di Belle Arti della Pennsylvania, a Philadelphia, fin dall’infanzia Lynch fu stimolato a sviluppare la sua creatività.
Classe 1946, è cresciuto accanto a genitori che amavano viaggiare, in quello che lui stesso riconosce come un “ambiente idilliaco e sicuro“. Negli anni Sessanta ha intrapreso la carriera artistica, inizialmente con un’installazione che impiegava anche film in stop-motion, preludio della futura evoluzione verso il cinema. Proprio il suo primo lavoro, Six Men Getting Sick (Six Times), datato 1967, è oggi parte della mostra olandese, insieme a un corpus eterogeneo e affascinante che non mancherà di soddisfare le curiosità del suo vasto pubblico e che, nello stesso tempo, offre un’immersione nel suo universo creativo ripercorrendo circa sei decenni di attività, dagli anni Sessanta a oggi.
Ad accompagnare Someone is in my House ci sono una monografia riccamente illustrata, con saggi del curatore Stijn Huijts – che è anche direttore artistico del Bonnefantenmuseum – e di altri autori, oltre a un ciclo di proiezioni cinematografiche, frutto della collaborazione del museo con il cinema Lumière di Maastricht e l’EYE Film Museum di Amsterdam.
[Immagine in apertura: David Lynch in studio © David Lynch]