La mostra allestita alle Gallerie d’Italia ‒ Palazzo Zevallos Stigliano evoca l’incredibile rivoluzione creativa che ha interessato Londra negli ultimi decenni. Puntando i riflettori su sedici artisti emblematici, da Gilbert & George a Damien Hirst.
Si intitola London Shadow. La rivoluzione inglese da Gilbert & George a Damien Hirst la rassegna ospite delle Gallerie d’Italia ‒ Palazzo Zevallos Stigliano di Napoli fino al 20 gennaio. Protagoniste assolute sono 23 opere di 16 artisti, incluse tra la fine degli anni Ottanta e i primi anni Novanta, testimoni del clima di grande fermento che animava la capitale inglese.
Curata da Luca Beatrice, la mostra ‒ il cui titolo trae origine dall’opera del duo Gilbert & George ‒ restituisce tutte le tensioni, il vitalismo e le contaminazione tipiche di un’epoca rivoluzionaria in fatto di musica, con il fenomeno del Brit Pop e l’elettronica da club, di letteratura, uno su tutti il caso di Irvine Welsh, e moda ‒ come dimenticare l’iconica Kate Moss o le proposte di stilisti del calibro di Alexander McQueen?
La scena britannica rivive dunque grazie alle opere di Damien Hirst, Jason Martin, Ian Davenport, Marc Quinn e Julian Opie, cui si affiancano i lavori delle giovani “bad girls” di allora ‒ Tracey Emin, Sarah Lucas e Sam Taylor-Wood ‒ di Matt Collishaw e Gavin Turk.
Infine, la mostra napoletana prende in esame l’evoluzione in chiave concettuale dell’arte inglese nel corso degli anni Novanta, estendendo lo sguardo alle ricerche di Darren Almond, Liam Gillick, Martin Creed, Douglas Gordon e Gillian Wearing.
[Immagine in apertura: Mat Collishaw, Ophelia, 2010 © Mat Collishaw by SIAE 2018]