"Nessuno deve essere sfruttato": è questo uno dei messaggi che lo street artist Jorit ha scelto di associare al suo "Nelson", la più grande opera di street art della città di Firenze, inaugurata nei giorni scorsi.
Sono trascorsi 5 anni dalla scomparsa di Nelson Mandela, leader della lotta anti-Apartheid, Presidente del Sudafrica dal 1994 al 1999, Premio Nobel per la pace nel 1993. A rendere omaggio alla sua memoria è Firenze, che ha commissionato allo street artist Jorit la realizzazione del più grande intervento di street art attualmente presente in città. Intitolata Nelson, l’opera riproduce il volto di Madiba sulla facciata di un edificio di edilizia residenziale pubblica – a sua volta ribattezzato Il Condominio dei Diritti – situato in piazza Leopoldo.
Madre olandese, padre italiano, Jorit è nato a Napoli; ha già all’attivo interventi dedicati a figure emblematiche della storia internazionale, delle quali è solito raffigurare proprio il viso.
Di recente, nella sua città natale, nel quartiere di Arenella, ha scelto di ricordare i 9 anni dalla scomparsa di Stefano Cucchi con un grande ritratto di sua sorella, Ilaria, associando al disegno il testo “Orgoglio nazionale“.
Nel caso fiorentino, Jorit ha operato per 12 giorni avvalendosi di un’impalcatura mobile. Nelson occupa una superficie di 120 metri quadrati e ha necessitato di due settimane di lavoro, oltre che di 300 bombolette di vernice.
Politico e attivista sudafricano, nell’opera Mandela appare sorridente, con uno sguardo rassicurante e fiero nello stesso tempo; rimasto sconosciuto al mondo per 27 anni, il suo volto si fa ora portatore di un messaggio di speranza senza confini, oltre che di un invito a non dimenticare.
“Nelson Mandela ha lottato principalmente contro lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, e non è solo una questione di razza – ha affermato a riguardo Jorit. – In Sudafrica la maggioranza delle persone, di colore, veniva sfruttata da una minoranza che si era autoproclamata superiore. La lotta di Nelson è quanto mai attuale e va oltre la questione razziale. Nessuno deve essere sfruttato“.
[Immagine in apertura: photo ® Marco Borrelli. Immagine nell’articolo: photo ® Francesco Niccolai]