Native Forest, Mediterranean Forest e Fallen Forest sono le installazioni progettate da Openfabric in occasione della kermesse internazionale alla quale hanno preso parte 400 esperti sul tema della forestazione urbana, provenienti da più di 50 Paesi di tutto il mondo.
Spazio anche allo urban gardening a Mantova, in occasione della prima edizione del World Forum on Urban Forest, l’appuntamento di rilievo internazionale promosso dalla FAO, con l’organizzazione del Comune di Mantova, del Politecnico di Milano e della Società italiana di selvicoltura ed ecologia forestale (Sisef), che si è svolto dal 28 novembre all’1 dicembre scorsi.
Oltre ai seminari, alle conferenze e agli incontri ai quali hanno preso parte 400 esperti, provenienti da più di 50 Paesi di tutto il mondo, nel corso dei quali si è discusso del tema della forestazione urbana, il centro storico della città lombarda ha ospitato tre interventi site-specific curati da Openfabric.
Fondato nel 2011 da Francesco Garofalo e di base a Rotterdam, lo studio attivo nei campi dell’architettura del paesaggio e dell’urbanistica per la kermesse mantovana ha appositamente progettato: Native Forest, che rappresenta le antiche formazioni forestali che coprivano estensivamente la Pianura Padana; Mediterranean Forest, che riproduce una foresta sclerofilla mediterranea di querce sempreverdi; Fallen Forest, (nell’immagine in apertura).
Con l’obiettivo di accrescere la consapevolezza sull’importanza della Natura negli ambienti urbani e di stimolare la presa di coscienza in merito ai drammatici effetti dei cambiamenti climatici in corso nel pianeta, le installazioni hanno concretamente inserito la vegetazione in tre luoghi simboli della città.
In particolare, con Fallen Forest Openfabric ha voluto ricordare l’ecatombe degli alberi avvenuta il 2 novembre 2018 nelle regioni del Nord-Est dell’Italia. Attraverso la toccante opera, allestita all’aperto, nel Chiostro di San Francesco, si è proposta una riflessione sulla tropicalizzazione del clima e sui suoi effetti catastrofici sull’ambiente, ricreando un porzione di paesaggio post-apocalittico.
“Il cambiamento climatico è reale, l’azione è urgente“, sottolineano i progettisti.