Tre sezioni tematiche, decine di opere, una selezione di libri di cucina: per capire come è cambiato il rapporto tra cibo e fotografia, fino all'attuale esplosione grazie ai social network, il Foam Fotografiemuseum Amsterdam ha scelto di percorrere la via di un'ampia collettiva.
Sono opere di Nobuyoshi Araki, Nan Goldin, Martin Parr, Ed Ruscha, Cindy Sherman, Wolfgang Tillmans, Andy Warhol e molti altri artisti a comporre il percorso espositivo di Feast for the Eyes, l’estesa collettiva con cui il Foam Fotografiemuseum Amsterdam pone sotto i riflettori la food photography. Molti i campi di interesse presi in esame dalla mostra, in apertura il prossimo 21 dicembre, a dimostrazione delle numerose declinazioni del rapporto tra cibo e fotografia. Non solo la produzione artistica, propriamente detta, ha infatti esplorato le potenzialità del cibo con reportage e lavori finalizzati a metterne in evidenza la complessità della forma, le valenze simboliche, la potenza cromatica, la disponibilità o la carenza: ripercorrendo la storia della fotografia si comprende quanto tale abbia ispirato e guidato la mano di più generazioni di autori. In tempi più recenti, con la “complicità” della condivisione delle immagini su piattaforme come Instagram, Snapchat, Facebook e Twitter, la fotografia è diventata parte dell’esperienza culinaria, generando un’autentica esplosione. A tutte le latitudini, si può assistere alla condivisione di foto di cibo che raramente riguardano solo il cibo in sé. Piuttosto, l’attenzione si riversa sulla sua capacità di rappresentare uno stile di vita, di unire una nazione, di essere veicolo di speranza o disperazione, di generare fame, lotte, consumi eccessivi o forme di disagio fisico e psicologico. Proprio per questo, fotografia cibo è un’esperienza che accomuna le persone indipendentemente dai singoli background, dalla fotografia commerciale, a quella scientifica; dal fotogiornalismo al “dilagare” degli scatti sui social.
Tre, in particolare, i temi analizzati da Feast for the Eyes, che resterà aperta fino al 3 marzo 2019. Il punto di partenza del percorso espositivo è lo still life, uno dei generi più popolari della pittura e della fotografia. Le opere scelte testimoniano influenze, ispirazioni ed evoluzioni di questo specifico ambito, nelle sue applicazioni al cibo. In Around the Table l’attenzione si sposta sulla ritualità che si svolge attorno al cibo e, parallelamente, sulle modalità attraverso le quali l’identità culturale si riflette nel cibo. Cosa succede quando umorismo, divertimento e ironia si combinano con il cibo? Si sofferma su questa speciale connessione la sezione Playing with Food. Nel complesso, il percorso espositivo include anche libri di cucina, inseriti per arricchire la narrazione, anche dal punto di vista visivo.
[Immagine in apertura: Martin Parr, Untitled (Hot Dog Stand), 1983–85, parte della mostra Feast for the Eyes, Foam Fotografiemuseum Amsterdam]