Appartenevano all'attrice, tra le più note del panorama cinematografico italiano del secolo scorso, i capi di abbigliamento confluiti quest'anno nella collezione di Palazzo Morando | Costume Moda Immagine, a Milano. Una mostra li presenta al pubblico negli spazi dell'istituzione culturale.
Sono esposti nelle sale dedicate alla collezione tessile di Palazzo Morando | Costume Moda Immagine, a Milano, i costumi della mostra Rosanna Schiaffino e la moda. Abiti da star. L’istituzione milanese, proprio nel corso dell’anno in chiusura, ha acquisito il guardaroba appartenuto alla celebre attrice scomparsa nel 2009 e nota al grande pubblico per pellicole come La sfida di Francesco Rosi, del 1958, o La mandragola di Alberto Lattuada, del 1965, che le valse una Targa d’Oro ai David di Donatello.
Curata da Enrica Morini e Ilaria De Palma e visitabile fino al 29 settembre del prossimo anno, l’esposizione offre un’immersione nella storia della moda sia italiana sia internazionale attraverso manufatti che contribuiscono ad accrescere il patrimonio di Palazzo Morando. Brand come Gianfranco Ferré, Germana Marucelli e Federico Forquet, fin qui poco documentati, sono confluiti dalla collezione appartenuta all’attrice a quella dell’istituzione.
Testimoni delle evoluzioni della moda in un’ampia porzione del Novecento, questi abiti consentono di cogliere lo stile dell’attrice, che per l’intera carriera scelse un abbigliamento eclettico, mantenendosi sempre in linea con le tendenze della sua epoca.
Tra le creazioni degne di particolare nota si segnalano l’abito indossato da Rosanna Schiaffino in occasione delle sue prime nozze: si tratta di una creazione dello stilista Federico Forquet, allievo di Balenciaga, autore per l’attrice anche di abiti che ne esaltarono la silhouette da “maggiorata”.
Presenti anche capi haute couture e abiti di Battilocchi e Carosa, in rappresentanza di una fase di sperimentazione da parte degli stilisti e dei sarti della scena italiana.
[Immagine in apertura: Ritratto fotografico di Rosanna Schiaffino, dettaglio, photo by Pietro Pascuttini]