Nel corso della sua vita Franz Liszt - il cui nome, in ungherese, è Liszt Ferenc - soggiornò in un appartamento all'interno di Villa d’Este, a Tivoli. Proprio lo storico edificio ospita in queste settimane una collettiva che intende valorizzare le potenzialità espressive della carta da parati, elemento decorativo presente nelle stanze abitate dal musicista.
Sasha Vinci, Linda Carrara, Giusy Pirrotta, Simone Pellegrini, Maria Grazia Galesi, Thomas Braida, Mariangela Levita, Marcella Brancaforte, Serena Bellini, Roberta Di Laudo, Eva Germani, Daniele Marzorati, Silvia Moro, Matteo Stucchi, Sulltane Tusha sono i protagonisti del progetto espositivo Le stanze di Ferenc.
Curata da Andrea Bruciati e visitabile fino al 17 febbraio prossimo, la collettiva riunisce 14 proposte artistiche contemporanee, con l’obiettivo di valorizzare l’appartamento nel quale ha a lungo soggiornato il musicista Franz Liszt, situato all’interno di Villa d’Este, a Tivoli.
La carta da parati è l’elemento decorativo peculiare dello studiolo, intimo e romantico, utilizzato dal compositore. Rivestito dell’originaria tappezzeria ottocentesca, dal raffinato ramage floreale, si qualifica come una presenza preziosa.
La mostra è parte del primo progetto a livello nazionale votato all’indagine delle potenzialità espressive della carta da parati nel XXI secolo, un medium ingiustamente ritenuto privo di appeal. A precedere l’esposizione è stato un concorso internazionale indetto lo scorso mese di aprile, in occasione del quale sono pervenute oltre 80 proposte messe a punto da professionisti con formazioni eterogenee, tra cui artisti, architetti, decoratori d’interni e gruppi creativi.
“Stiamo, per la prima volta nella Storia, annaspando nella pletora di informazioni e così, alla fine, tante sono le immagini non desiderate ma che inquinano le nostre stesse basi cognitive. In questo scenario di saturazione, agli artisti sembra solo restare la necessità di liberarsi e restituire allo sguardo una superficie inefficace, una presa di possesso della visione che si serva della funzione retinica e non ne sia succube“, ha affermato a riguardo Andrea Bruciati, direttore dell’Istituto Autonomo Villa Adriana e Villa d’Este.
[Immagine in apertura: Eva Germani, Ramage, parte della mostra Le stanze di Ferenc, Villa d’Este, Tivoli]