Per la prima volta il Codice Leicester, acquistato dal Bill Gates negli anni Novanta, sarà esposto nel Regno Unito. Il prezioso manoscritto verrà presentato accanto ad altri due volumi di altissimo rilievo, che testimoniano la fecondità della mente di Leonardo da Vinci e quanto i suoi interessi verso i fenomeni naturali fossero estesi.
Non solo l’Italia, con Firenze e Milano come capofila, ma anche il resto del mondo “scalda i motori” in vista delle celebrazioni a 500 anni dalla scomparsa di Leonardo da Vinci. Nel novero dei progetti espositivi che saranno promossi nel corso del 2019 va ad aggiungersi anche la grande mostra della British Library di Londra, della quale sarà protagonista un manoscritto di straordinario rilievo. Acquistato da Bill Gates nel 1994, per oltre 30 milioni di dollari, il Codice Leicester sarà infatti mostrato per la volta nel Regno Unito il prossimo anno in questa occasione.
Il prezioso manoscritto passerà quindi da Firenze, dove è attualmente esposto in occasione della mostra Il Codice Leicester di Leonardo da Vinci. L’Acqua Microscopio della Natura, visitabile fino al 20 gennaio 2019 alla Galleria degli Uffizi, alla capitale inglese. Come ha annunciato Roly Keating, amministratore delegato dell’importante biblioteca, il manoscritto che documenta la sete di Leonardo per l’elemento acqua verrà eccezionalmente affiancato da altre due opere. La “straordinaria riunione”, della quale sono protagonisti “tre documenti straordinari e molto famosi” sarà resa possibile grazie all’esposizione congiunta del Codice Leicester, del Codex Forster di proprietà del Victoria and Albert Museum e del Codex Arundel, appartenente al patrimonio della British Library.
Oltre ai contenuti di eccezionale valore, che testimoniano l’acutezza della mente di Leonardo, l’incessante flusso di pensieri, idee, progetti e visioni che ne contraddistinse l’esistenza, il Codice Leicester vanta una storia affascinante anche in epoche più recenti. Prima dell’ingresso nel patrimonio di Gates, infatti, il volume era di proprietà del magnate americano del petrolio Armand Hammer, che lo aveva acquistato nel 1980. Il nome con il quale è attualmente conosciuto si deve al periodo in cui appartenne alla famiglia Leicester: Thomas Coke, divenuto in seguito conte di Leicester, lo acquistò nel corso del suo grande tour in giro per l’Europa nel 1719.
Dal punto vista strettamente contenutistico, circa un terzo del manoscritto fa riferimento a disegni e testi relativi all’acqua e, come ha osservato Paolo Galluzzi, curatore della mostra fiorentina e del Museo Galileo di Firenze, attesta l’interesse conoscitivo di Leonardo verso questo elemento “per i suoi movimenti vorticosi, per la forza plasmatrice e la potenza distruttrice che la caratterizzano. Con continui rimandi a Firenze, al suo impianto urbano e al suo fiume, risorsa e al tempo stesso minaccia per le comunità che ne popolano le rive“.
La mostra Leonardo da Vinci: A Mind in Motion sarà aperta dal 7 giugno all’ 8 settembre 2019.