La Collezione Spannocchi, considerata come la più rilevante raccolta senese, sarà ricomposta nel prossimo futuro. In attesa della conclusione di questo annunciato processo, una mostra fa luce sull'interesse sviluppato dalla famiglia di collezionisti nei confronti dell'arte nordica.
Con l’apertura della mostra Una città ideale. DÜRER, Altdorfer e i maestri nordici dalla Collezione Spannocchi di Siena, si rafforza il processo di riunificazione dei dipinti della Collezione Spannocchi – donati al Comune nel 1835 e conservati in larga parte nella Pinacoteca Nazionale e nel Museo Civico di Siena – presso il Santa Maria della Scala.
Il ricongiungimento è una delle operazioni comprese nell’accordo di valorizzazione del “Sistema museale cittadino”, stipulato fra il Comune di Siena e il Ministero per i Beni e le Attività Culturali nel giugno 2017.
Proprio per questo, alla rassegna è assegnato uno speciale rilievo, sottolineato anche dal sindaco Luigi De Mossi, che si è espresso in termini di “evento di particolare importanza per la città“. Siena, infatti, “dal prossimo anno costituirà una nuova sezione permanente del percorso espositivo dell’antico Spedale arricchendone l’offerta e, soprattutto, consentendo finalmente la piena valorizzazione di un grande patrimonio”, ha anticipato il primo cittadino della città d’arte toscana.
Curata da Cristina Gnoni Mavarelli, Maria Mangiavacchi e Daniele Pittèri, la mostra testimonia la profondità dell’interesse nutrito dalle corti italiane verso l’Europa del Nord, alimentato non solo da ragioni di natura commerciale. A cavallo tra il XV e il XVII, venne infatti tessuta “una fitta rete di scambi culturali, dei quali la Collezione Spannocchi costituisce per Siena una rara fonte di informazioni e testimonianze materiali”, come ha precisato la Soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo, Anna Di Bene.
Visitabile fino 5 maggio, nel complesso Santa Maria della Scala, la rassegna “colma l’attesa” dell’annunciata ricomposizione, attraverso la presentazione di una significativa selezione delle opere fiamminghe e ‘nordiche’ della Collezione Spannocchi.
Avvalendosi di un criterio tematico e di un’organizzazione cronologica, il percorso di visita include opere di notevole rilievo, come i due straordinari pannelli di Albrecht Altdorfer raffiguranti le Storie di san Floriano: conservati alla Galleria degli Uffizi dal 1914, in passato appartenevano proprio a questa raccolta.
Da segnalare anche la presenza della tela raffigurante San Girolamo, eseguita da Albrecht Durer, che la firmò e datò nel 1514; il ritratto di Lucrezia, opera di un pittore legato alla cerchia di Lucas Cranach; La decapitazione del Battista, attribuita ad un artista tedesco collaboratore del già citato Altdorfer.
“Studi recenti hanno evidenziato l’assoluta singolarità della collezione, accresciutasi attorno un nucleo originario appartenente ai Gonzaga, e quindi formata da opere di ambito eterogeneo, nelle quali si rispecchiano le scelte cosmopolite dei proprietari“, ha precisato in merito alla raccolta senese la Soprintendente Di Bene.
[Immagine in apertura: Ambito di Abel Grimmer, La Torre di Babele, Fine del secolo XVI – inizio del secolo XVII, Siena, Pinacoteca Nazionale, Inv. 534]