Le sperimentazione con la luce di Munari, per la prima volta a Napoli

2 Dicembre 2018

Bruno Munari, Vetrini a luce polarizzata, 1953. Courtesy Miroslava Hajek

Scomparso nel 2008, Bruno Munari è una delle grandi figure della produzione artistica del Novecento italiano. Designer, scrittore, intellettuale, tra i massimi protagonisti dell’arte programmata e cinetica, ha orientato la sua carriera verso una ricerca multiforme, volutamente impossibile da categorizzare.
Interessato all’esplorazione dei confini tra le discipline, Munari è il protagonista del nuovo progetto espositivo organizzato dalla Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee di Napoli, in collaborazione con la Fondazione Plart, nell’ambito dell’edizione 2018 di Progetto XXI.

Curata da Miroslava Hajek e Marcello Francolini e visitabile a partire dal 30 novembre negli spazi della Fondazione Plart, Bruno Munari. I colori della luce si focalizza su un ambito ristretto della complessa produzione dell’autore. A essere prese in esame, infatti, sono le Proiezioni a luce fissa e le Proiezioni a luce polarizzata, in cui impiega la plastica come il mezzo per estrarre il colore dalla luce, realizzate negli anni Cinquanta del secolo scorso; opere che testimoniano il suo interesse verso la “conquista” di una nuova spazialità oltre la realtà bidimensionale. La luce diviene quindi un medium per “dipingere” e, in questo modo, Munari sperimenta la “pittura proiettata”.

Questa specifica parte della sua produzione, che debuttò nel 1953 a Milano, nello studio di architettura B24, per poi essere esposta nel 1955 al MoMA di New York con il titolo di Munari’s Slides e quindi a Roma, Tokyo, Stoccolma, Anversa, Zurigo e Amsterdam, non era mai stata presentata in passato a Napoli.
Ad affiancarla, nel percorso di visita, ci sono anche alcune opere risalenti agli anni Trenta e Quaranta, nelle quali già si percepisce il desiderio di superamento del concetto di bidimensionalità.
Alla mostra, visitabile fino al 20 marzo, sarà associato un catalogo di prossima uscita.

[Immagine in apertura:  Bruno Munari, Vetrini a luce polarizzata, 1953. Courtesy Miroslava Hajek]