Un tuffo nella Palermo del passato, grazie a un quadro straordinario

17 Dicembre 2018


700 fedeli, 24 palazzi e 28 “macchine” processionali: sono questi gli elementi che caratterizzano la Processione di Santa Rosalia, il dipinto giunto a Palermo pochi giorni fa completando il percorso espositivo della mostra Rosalia eris in peste patrona, allestita fino al 5 maggio 2019 presso il Palazzo Reale. Firmato da un pittore siciliano ignoto e custodito nella collezione della Fundación Casa de Alba, ospite del Palacio de las Duenas a Siviglia, il dipinto, sottoposto a un lungo restauro, è l’unica rappresentazione nota della processione delle reliquie di Santa Rosalia, così come descritta nel resoconto del festino di ringraziamento del 1693.

Il quadro evoca la città di Palermo attraverso i suoi edifici più iconici, disposti però secondo un criterio che non rispecchia la loro reale collocazione. L’installazione con camera tracking, studiata per rendere la fruizione dell’opera ottimale, consente di visualizzare i singoli dettagli, di identificare ciascun palazzo e di sapere cosa sia rimasto, oggi, della sua struttura originaria.

Emblematiche le riflessioni sul dipinto da parte dello studioso Marcello Fagiolo, che individua i committenti nei Viceré spagnoli e dunque restringe la datazione tra il 1706 e il 1707: “È la sinfonia della città che vorremmo si riproducesse oggi con l’accordo tra poteri civili, religiosi, delle istituzioni e il popolo, che in questo quadro sfila per rendere omaggio alla Santa e anche a se stesso traendo auspici anche dalle disgrazie come la peste e il terremoto. Noi in Italia, non solo a Palermo, di pericoli e di pesti ne subiamo continuamente”.