Quali segreti, quali misteri e quali sorprese sono celati nelle viscere delle nostre città, al di sotto del suolo che normalmente calpestiamo? A partire dal 23 dicembre, varcando la soglia della piccola Chiesa di Santa Maria in Cortina, a Piacenza, sarà possibile penetrare in un luogo carico di significato e devozione, ma non privo di enigmi.
L’edificio religioso in questione sorge nel luogo in cui fu rinvenuto il corpo del martire Sant’Antonino, ucciso per decapitazione, secondo la tradizione, nel 303. All’interno di un ambiente ipogeo fu il vescovo Savino a rinvenire le spoglie, che successivamente vennero traslate nella vicina Chiesa di San Vittore, dedicata al santo patrono di Piacenza. Lì dove avvenne il ritrovamento, invece, il vescovo fece costruire una prima chiesa, a cui ne seguì una medievale, che fu a sua volta sostituita dall’attuale, ultimata all’inizio del XVI secolo.
La lunga e affascinante storia di questo spazio normalmente inaccessibile è al centro di un progetto “esclusivo e irripetibile”, grazie al quale, fino al 17 marzo 2019, sarà possibile calarsi proprio nella camera ipogea.
Collocato a 4 metri e mezzo di profondità, l’ambiente ospiterà una coinvolgente narrazione che ripercorre 1700 anni di fede e storia. All’interno della camera, una ricostruzione 3D in realtà aumentata, da apprezzare tramite gli appositi occhiali, renderà di nuovo apprezzabile la ricchezza della decorazione, oggi riconoscibile solo in parte.
Nella chiesa, inoltre, sarà disponibile una videoinstallazione relativa alla leggendaria storia di Antonino, all’“Inventio” del corpo del Santo Martire ad opera del vescovo Savino – la posizione della sepoltura gli fu mostrata in sogno – e alle fasi evolutive della chiesa.
Tra i temi presi in esame anche il mistero della tomba di Sant’Antonino, che si è ritenuto fosse al di sotto del pozzo medievale, fino alla scoperta negli anni Settanta dell’ipogeo romano.