Ultimi giorni a Tokyo per visitare la mostra Catastrophe and the Power of Art. Il progetto espositivo, promosso per rendere omaggio ai primi 15 anni del Mori Art Museum, esamina le relazioni tra le calamità naturali e i disastri dovuti all'azione umana e l'arte. Possono gli artisti trasformare un evento profondamente negativo nel suo contrario, aiutando così gli individui e la comunità a superarlo?
In occasione del suo 15esimo anniversario, il Mori Art Museum di Tokyo, istituzione culturale compresa nel complesso Roppongi Hills, ospita la mostra Catastrophe and the Power of Art. Visitabile fino al 20 gennaio prossimo, la rassegna getta uno sguardo inedito e toccante sul rapporto tra arte e catastrofi, esaminando il modo in cui la produzione artistica si confronta con il tema delle calamità che colpiscono l’uomo.
Possono gli artisti trasformare un evento profondamente negativo e in grado di incidere in maniera permanente sull’esistenza dei singoli e delle comunità nel suo contrario? Questo è uno dei quesiti indagati attraverso l’esposizione congiunta di 40 artisti, tra cui autori affermati e nuove leve della scena nipponica e internazionale; tra loro, Ai Weiwei, Ban Shigeru, Felix Gonzalez-Torres, Yoko Ono e Katerina Seda.
Il progetto espositivo prende le mosse da un’analisi dei complessi scenari che hanno attraversato il pianeta negli ultimi decenni, senza distinzioni geografiche: dall’attentato di New York dell’11 settembre 2001 alla crisi finanziaria globale del 2008; dal grande terremoto che ha sconvolto il Giappone orientale nel 2011 fino ai venti di guerra che soffiano in varie zone, tra cui il Medio Oriente; dalle nuove forme di terrorismo alle migrazioni; dalla crescita del numero di rifugiati e di richiedenti asilo fino alle emergenze di carattere ambientale. Una pluralità di temi e di sollecitazioni di fronte ai quali anche gli artisti, così come l’opinione pubblica, non possono restare indifferenti. Il loro sguardo su queste vicende offre ai visitatori spunti di riflessione alternativi rispetto a quelli proposti dai media, ma anche possibilità per immaginare una rinascita o alimentare le speranze.
Due le sezioni in cui è articolata la mostra.
Le opere selezionate per How Does Art Depict Disaster? – Documentation, Recreation, Imagination si focalizzano su disastri naturali, come terremoti e tsunami; su drammi provocati dall’uomo, come incidenti e guerre, oltre che su tragedie personali; pur nella loro diversità, testimoniano come gli artisti tentino di documentare e ricreare l’orrore e la paura, in un’ottica di condivisione di questi umanissimi sentimenti.
Infine, in Creation from Destruction – The Power of Art è la “potenza dell’arte”, intesa come forza in grado di creare dalla distruzione, a guidare i curatori nella loro selezione.
Nonostante l’impossibilità di fornire rimedi immediati e rapidi, al pari della medicina, l’arte viene interpretata come una “terapia a lungo termine per la società”, capace di veicolare messaggi di speranza, di porsi come strumento di solidarietà di fronte all’oppressione; di guarire i cuori feriti.
[Immagine in apertura: Yoko Ono, Add Color Painting (Refugee Boat), 1960 / 2016-2018, Collection of the artist. Installation view: “Catastrophe and the Power of Art,” Mori art Museum, Tokyo, 2018. Photo: Kioku Keizo. Photo courtesy: Mori Art Museum, Tokyo]