Tema universale per eccellenza, l’amore è protagonista della rassegna allestita presso la sede del Louvre a Lens. Narrando una storia che attraversa i secoli e individua nell’arte il proprio vocabolario.
Quanti significati ha l’amore e quali sfumature sono state attribuite a questo concetto universale, nell’arco dei secoli? Tenta di dare risposta a simili interrogativi la mostra Amour, allestita fino al 21 gennaio negli spazi del Louvre a Lens.
Un viaggio fra le epoche, sulle tracce di un tema che riguarda l’umanità intera e che è stato declinato dagli artisti in risposta alle atmosfere del loro tempo.
Organizzata attorno a 7 sezioni, la rassegna francese riunisce circa 250 opere, dando vita a una narrazione espositiva che, lungi da qualsiasi pretesa di esaustività, offre al pubblico una serie di linee guida per orientarsi nell’orizzonte amoroso dall’antichità a oggi.
L’aspetto seduttivo e il ruolo “tentatore” attribuito alla donna ‒ emblematiche le sorti di Eva, responsabile della cacciata dal Paradiso secondo la religione cristiana ‒ inaugurano la rassegna, trovando una sorta di contraltare nella venerazione della Vergine Maria e nella riabilitazione della figura femminile, ma a scapito della rinuncia al piacere carnale.
Grazie alla passione e alla tradizione cortese, l’amore sembra trovare poi un nuovo equilibrio, sfociando in relazioni codificate dalla galanteria.
Tra il Seicento e il Settecento, anche il piacere torna alla ribalta, assumendo le sembianze del libertinaggio e della sperimentazione di nuove forme di intimità.
La rinnovata sensualità trova nel Romanticismo un punto di incontro con la passione amorosa, celebrato da poeti e autori teatrali.
La lunga epopea dell’amore giunge alla sua momentanea conclusione nell’epoca attuale, grazie a un approccio libero ai rapporti di coppia, nei quali ciascuno degli individui coinvolti mantiene la propria autonomia, guidato dal rispetto reciproco.
Dalle opere antiche ai manufatti medievali, dai dipinti di Memling, Fragonard e Delacroix fino alle sculture di Rodin e Niki de Saint Phalle, la mostra di Lens regala davvero una interessante prospettiva sull’amore.
[Immagine in apertura: Carolus-Duran, Le Baiser, Lille, Palais des Beaux-Arts]