Bye bye, barman! Ecco Guido, il bar robotico “nomade” di Carlo Ratti

19 Gennaio 2019

Carlo Ratti Associati, GUIDO, robot bar self-driving

Si chiama Guido e nel nome racchiude anche una delle due funzioni che lo contraddistinguono. La celebre locuzione latina “nomen omen” sembra infatti adattarsi alla perfezione all’ultimo progetto dello studio CRA – Carlo Ratti Associati: Guido, appunto, è il primo bar robotico a guida autonoma a livello mondiale.
Sebbene sia ancora in una fase preliminare, il concept del progetto è già chiaro: impiegare le tecnologie senza conducente avanzando una proposta che potrebbe incidere sul modo di concepire il tempo libero e le occasioni conviviali.

In partnership con l’azienda italiana Makr Shakr, attiva nel mercato emergente dei bar robotici, il team di progettisti guidato dall’architetto e ingegnere Carlo Ratti ha sviluppato una nuova idea di bar.
Montato su una piattaforma semovente, che si guida senza conducente, Guido è in grado di preparare e consegnare cocktail, drink e altre bevande ordinate, dagli utenti, tramite un’app dedicata. Il sistema è in grado di verificare l’età delle persone, controllando i loro documenti di identità, e la correttezza del pagamento, da effettuare tramite cellulare. Utilizzabile, ad esempio, in occasione di grandi eventi come concerti o spettacoli che richiamano un numero di persone, il barista robotico è in grado sia di mixare gli ingredienti per la preparazione della bevanda desiderata, sia di provvedere alla consegna.

Abbinando i baristi robotici di Makr Shakr ai sistemi di mobilità del futuro sviluppati da CRA, possiamo proporre una nuova esperienza di tempo libero“, ha sottolineato Emanuele Rossetti, CEO di Makr Shakr, affermando anche che “con Guido mostriamo come le tecnologie possano rendere le città più reattive e, in definitiva, più divertenti.
Il progetto, solo il più recente in ordine di tempo nel percorso di ricerca condotto da CRA nel campo della mobilità autonoma, sarà oggetto di ulteriori analisi nel corso del 2019 promosse in collaborazione con alcune municipalità.
Così facendo, i promotori dell’operazione sono convinti di poter gettare le base per “creare una nuova on-the-go drink experience“.