"Me Museo. Le fotografie del cuore" è un modo innovativo e molto "sentito" di esporre gli scatti di cui il Museo di Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo è custode. Un'iniziativa che valorizza le fotografie prima ancora di portarle in mostra, già durante il processo di selezione.
Fino al 10 marzo, il MUFOCO – Museo di Fotografia Contemporanea presenta un percorso espositivo frutto di un lavoro partecipato, che ha visto coinvolti in veste di “curatori” i cittadini di Cinisello Balsamo – dove si trova la sede del museo, Villa Ghirlanda – e gli appassionati di fotografia di Milano e hinterland.
Me Museo. Le fotografie del cuore è un modo innovativo e molto “sentito” di presentare parte della collezione di scatti di cui il Museo è custode. Un’iniziativa che valorizza appunto le fotografie prima ancora di portarle in mostra, già durante il processo di selezione. I partecipanti che hanno accolto l’invito del MUFOCO, infatti, hanno scelto un’immagine in modo libero, associandola a ricordi ed emozioni, per poi illustrare i motivi della propria selezione attraverso un testo personale.
Lettura individuale e allo stesso tempo collettiva delle raccolte del Museo, la mostra è un susseguirsi di immagini e parole, ma soprattutto di suggestioni e intimi pensieri, in un incontro tra autori e spettatori, “addetti ai lavori” e grande pubblico che contribuisce appunto a rendere tangibile, condiviso il valore del patrimonio di immagini custodito a Villa Ghirlanda.
Avviato all’interno del progetto Non così lontano nel novembre 2017, Me Museo è stato sostenuto da Fondazione Cariplo nell’ambito del bando Protagonismo culturale dei cittadini.
[Immagine in apertura: Gabriele Basilico, Milano, Quarto Oggiaro, 1970-1973
“Scoprire questa fotografia, mi ha fatto tornare indietro nel tempo, agli anni in cui ho iniziato a fotografare e cercavo di raccontare il rapporto tra uomo e ambiente. L’immagine rappresenta per me questo incontro. L’intensità degli sguardi dei ragazzi verso la macchina fotografica contrasta con l’indifferenza e il disinteresse di quel ragazzo con la fionda (forse il bullo di turno) e racconta la vita del gruppo di periferia con l’agglomerato urbano che sta via via crescendo. Una foto che avrei voluto scattare io”. Luciano Oggioni]