Molte case di moda internazionali hanno oggi figure femminili nei ruoli chiave. Quanto è influente il loro lavoro? Qual è il loro impatto nel fashion system? Per la prima volta, una mostra ripercorre la storia della moda a partire dal contributo femminile. Succede al Gemeentemuseum.
Coco Chanel, Vivienne Westwood, Miuccia Prada, Stella McCartney sono tra le protagoniste di Femmes Fatales – Strong Women in Fashion, la mostra che negli spazi del Gemeentemuseum, a L’Aia, invita a riflettere sul “ribaltamento dei ruoli” avvenuto nel settore fashion.
Mai prima d’ora, infatti, era accaduto che un numero così cospicuo di case di moda venisse gestito o diretto da una stilista; ma il contributo di queste donne non si riflette esclusivamente in scelte e visioni legate alla produzione delle collezioni moda. La loro presenza in ruoli di rilievo si traduce infatti anche in atteggiamenti e indirizzi in merito a questioni come i diritti delle lavoratrici e la parità di genere.
Queste premesse sono alla base della decisione dell’istituzione olandese di dedicare un intero progetto espositivo alla storia della moda, ripercorrendola dal punto di vista delle stiliste.
Visitabile, in questa prima tappa, fino al 24 marzo – dal 13 aprile al 15 settembre sarà infatti trasferita al Modemuseum Hasselt, in Belgio, con il titolo Wonder Women – Strong Women in Fashion – la mostra delinea il profilo di una selezione di “donne forti della moda”, dimostrando quanto il ruolo femminile si sia evoluto nel corso dei secoli.
Per questo, il percorso di visita comprende disegni risalenti al XVIII secolo, un’epoca in cui le donne erano attive nel settore tessile esclusivamente come sarte e sempre in posizione subordinata rispetto ai maschi.
Con un’analisi anche di carattere storico e riunendo un significativo numero di artiste e designer, sia olandesi sia internazionali, Femmes Fatales – Strong Women in Fashion intende ricordare le donne che hanno avuto un’influenza notevole nonostante si trovassero “dietro le quinte” di molte case di moda.
La narrazione prosegue presentando le creazioni delle migliori designer femminili in circolazione, organizzate secondo criteri tematici, fino ad arrivare alla scena contemporanea, contraddistinta dalla progressiva ascesa delle donne e dalla “conquista” di posizione di vertice.
“Basta pensare a Maria Grazia Chiuri per Dior, Sarah Burton per Alexander McQueen e, fino a poco tempo fa, Phoebe Philo per Céline. Una circostanza che mi ha fatto pensare“, ha sottolineato Madelief Hohé, fashion curator. Cosa è avvenuto nelle aziende dopo il passaggio del “timone” alle donne: “Quanto è influente il loro lavoro? E l’essere donna ha un impatto sui loro progetti?“, prosegue Hohé, anticipando alcuni dei temi in merito ai quali la mostra intende sollecitare l’interesse del pubblico.
Degna di nota, infine, è anche la campagna promozionale che accompagna la mostra, per la quale è stata scelta la modella Eveline Hall. Oggi settantenne, ha sfilato per artisti come Jean Paul Gaultier e ha lavorato in tutto il mondo con fotografi del calibro di Peter Lindbergh.
È lei a incarnare il modello di femminilità di Femmes Fatales – Strong Women in Fashion; il servizio fotografico completo, insieme alle interviste in cui le fashion designer dei giorni nostri spiegano la loro visione della moda e della femminilità, confluiscono nel ricco catalogo associato alla mostra.
[Immagine in apertura: Iris van Herpen, Wilderness Embodied, haute couture collection winter 2013. Petrovsky & Ramone (photo), Maarten Spruyt (art direction) for Gemeentemuseum Den Haag. Courtesy Iris van Herpen]