Pubblicato nel 2018 da Skira, il volume "Minimal Film" offre un'inconsueta combinazione tra cinematografia e graphic design. Restituendo attraverso le tipiche modalità del linguaggio Shortology, efficaci e accattivanti sintesi di pellicole amatissime dal pubblico internazionale.
Curato da Matteo Civaschi, Minimal Film è un libro che sembra prendere le distanze dalle classificazioni univoche e vincolanti. Sfogliandolo, a più di un lettore potrebbe sembrare che si tratti di un volume finalizzato a ripercorrere la storia recente del cinema mondiale, ricorrendo alla capacità di sintesi del linguaggio di Shortology.
Eppure, allo stesso tempo, ad altri potrebbe apparire comunque corretto affermare che la centralità spetta al graphic design e alle sue multiformi declinazioni creative, in questo caso funzionalmente associate alla settima arte.
In entrambi i casi, provare a decifrare il significato dei pittogrammi raccolti all’interno del volume, un’accattivante ed efficace sintesi illustrata dei film e delle serie televisive che hanno riscosso grande successo a livello internazionale, potrebbe equivalere a un entusiasmante e rapido passatempo.
Forme e colori, acutamente associati, permetteranno di cogliere la tensione narrativa di pellicole come Cast Away, la cui trama viene sintetizzata dalla raffigurazione di un cerchio bianco – il pallone Wilson – appoggiato a una distesa di colore blu.
Pubblicato da Skira nel 2018, in edizione italiana e inglese, nelle sue 256 pagine Minimal film affianca pellicole cult – immancabile è la saga di Star Wars – con il cinema “d’autore”, fino alle serie tv di produzione hollywoodiana, come Game of Thrones e Breaking Bad.
Puntando dritto sulle emozioni e sui ricordi suscitati dall’esperienza di visione: chi, ad esempio, di fronte all’immagine di un palloncino rosso non avverte un immediato sussulto, provocato dal ricordo del film It?