Il Sumida Hokusai Museum di Tokyo ospita una mostra davvero affascinante, che innesca un dialogo fra la produzione artistica di Katsushika Hokusai e la tradizione culinaria giapponese.
Sono trascorsi cinque anni da quando il Washoku, la tradizionale cultura gastronomica giapponese, è stato dichiarato dall’UNESCO un Patrimonio – intangibile – dell’Umanità e oggi la mostra allestita fino al 20 gennaio presso il Sumida Hokusai Museum di Tokyo getta nuova luce sulla storia culinaria del Sol Levante, chiamando in causa uno dei suoi artisti più celebri.
Hokusai and the Gourmets of Great Edo offre al pubblico uno sguardo ravvicinato sulla cultura del cibo durante il periodo Edo, corrispondente alla lunga epoca di pace vissuta dal Giappone fra il Seicento e l’Ottocento. Riconoscendo al cibo un valore fortemente culturale, come dimostrato dall’inclusione nel patrimonio UNESCO, la rassegna ne ripercorre le peculiarità nell’arco di due secoli e mezzo.
Nelle opere di Hokusai, amante della cucina del proprio tempo, si ritrova l’eco di un’epoca caratterizzata da una sempre maggiore prosperità, foriera di condizioni economiche stabili e dunque di una maggiore tendenza a concentrarsi sulla piacevolezza del cibo.
Il rispetto per le materie prime, per i loro sapori e per la loro stagionalità ‒ elementi chiave della cultura gastronomica giapponese ‒ emergono anche dai lavori di Hokusai e dei suoi contemporanei, come testimoniato dalle opere che evidenziano il contesto in cui si sviluppò l’interesse verso la cultura del cibo e gli ingredienti utilizzati.
[Immagine in apertura: Katsushika Hokusai, The Rank and File Recharge Their Energy, da Sketches by Hokusai Vol.9]