Sono un centinaio i progetti di architettura e design e gli interventi artistici che compongono il percorso espositivo dell'attesissima mostra curata da Paola Antonelli, che al MoMA di New York è Senior Curator del Dipartimento di Architettura e Design e direttrice del reparto Ricerca e Sviluppo. Sarà visitabile fino all'1 settembre, alla Triennale di Milano.
Ampiamente anticipata, la XXII Triennale di Milano dal titolo Broken Nature: Design Takes on Human Survival è finalmente pronta a svelarsi al pubblico. Curata da Paola Antonelli – Senior Curator di Architettura e Design, nonché direttrice del reparto Ricerca e Sviluppo al MoMA di New York – e aperta per un intero semestre dall’1 marzo all’1 settembre, l’esposizione è il risultato di un’approfondita indagine su un tema di stringente attualità, come l’evoluzione del rapporto tra uomo e ambiente naturale.
In qualce modo questa relazione è stata stravolta nel corso dei secoli? Le azioni e le scelte degli uomini, oltre a compromettere questo legame, lo stanno conducendo verso un’irrecuperabile distruzione?
All’interno dell’allestimento progettato da Studio Folder e Matilde Cassani, la mostra prende in esame queste premesse teorica proponendo un centinaio di progetti.
Selezionati tra le più significative opere di architettura, arte e design relative agli ultimi 30 anni, i lavori proposti incarnano strategie e metodi che reinterpretano il rapporto tra gli esseri umani e il contesto in cui vivono, includendo sia gli ecosistemi sociali sia quelli naturali.
Affiancata da 22 partecipazioni internazionali, con una copertura relativa a tutti i continenti, e dalla mostra La Nazione delle Piante curata da Stefano Mancuso, Broken Nature: Design Takes on Human Survival include lavori commissionati appositamente per l’occasione ad Accurat, Formafantasma, Neri Oxman e Sigil Collective.
Il percorso espositivo raccoglie inoltre interventi come Transitory Yarn di Alexandra Fruhstorfer, Nuka-doko di Dominique Chen e Whale Song di Google Brain, l’Hippo Roller di Pettie Petzer e Johan Jonker, il progetto residenziale Quinta Monroy dello studio cileno Elemental, le 100 sedie in 100 giorni di Martino Gamper, ed Eyewriter low-cost di Zach Lieberman. Oltre a possedere un “ruolo essenziale nella storia e nell’avanzamento del design“, tali progetti “hanno esercitato in alcuni casi un impatto memorabile sulla società e sul modo in cui gli esseri umani interagiscono con il mondo che li circonda“.
La polifonia di soluzioni in mostra punta a rivelare il “potenziale del design come catalizzatore di cambiamenti sociali e comportamentali“, ricorrendo a una pluralità di temi, prospettive, contesti e provenienze.
[Immagine in apertura: Bernie Krause and United Visual Artists, The Great Animal Orchestra, 2016, multimedia installation, Collection Fondation Cartier pour l’art contemporain. View of the exhibition The Great Animal Orchestra, Fondation Cartier pour l’art contemporain, Paris, 2016. Photographer’s credit: © Luc Boegly. Artist’s credit: © Bernie Krause © United Visual Artists]