Tra rimandi letterari colti e narrazioni multiple, il fumetto fuoriesce dalle vignette in pagina e sperimenta nuovi spazi, letteralmente: fino a marzo, pareti e stanze del Centro José Guerrero in Spagna ospitano i fumetti di Max e Sergio Garcia, avvicinando il mezzo espressivo dei balloon a più storicizzati esempi di pittura parietale.
Inaugurata lo scorso 22 gennaio e visitabile fino al 24 marzo, la mostra Viñetas desbordadas. Sergio García Max Ana Merino è l’occasione per il Centro José Guerrero di Granada, in Spagna, di suggerire un nuovo, inedito rapporto tra spazi museali e fumetti. Viene così inaugurato un formato inedito, per la decima arte come per la stessa museologia: alla pagina si sostituisce la stanza, al campo grafico bidimensionale quello “abitato” dallo spettatore. Nel solco di una tradizione che, a ben pensarci, affonda le sue radici nella Preistoria: l’oggetto “libro” è relativamente recente, nella storia dell’umanità, rispetto alle rappresentazioni parietali che non hanno mai smesso di circondarci.
A raccogliere la sfida a “strabordare” dalle vignette sono stati due autori, Max (classe 1956) e Sergio Garcia (nato nel 1967), entrambi fumettisti già da tempo dediti all’esplorazione – anche in senso fisico, in questo caso! – di formati alternativi al volume a stampa. Alle loro matite si aggiunge poi la parola della poetessa spagnola Ana Merino, la più giovane del trio (classe 1971).
Il progetto presentato da Max, intitolato semplicemente La linea, consiste in tre storie che si sviluppano lungo tutto il piano inferiore, il primo piano e persino le scale comunicanti, all’interno del Centro museale di Granada. C’è più di una riflessione metaletteraria, all’interno dell’intervento di Max: il protagonista de La linea è ispirato a un personaggio del celebre spettacolo teatrato dell’Ubu re di Alfred Jarry. La seconda storia è invece un omaggio a Beckett, mentre nella terza non manca neppure un riferimento all’opera di Garcia Lorca.
Lasciata la narrazione orchestrata da Max, è dunque il turno di Sergio Garcia. Riprendendo la storia di Max, il “fumetto parietale” di Garcia si dipana in 12 sezioni, ciascuna rappresentante un’ora del giorno, con la bellezza di 6 protagonisti le cui vicende, secondo un racconto multilineare, ci mostrano modi diversi di intendere e affrontare la realtà quotidiana. Tra loro, conosceremo quindi un elegante cleptomane, un rifugiato che ricorda la sua vita, un tassista bengalese con il pallino dei selfie, un anziano che ogni giorno riguarda delle fotografie perché gli raccontino ciò che dimentica.