La Tate Britain di Londra si prepara ad alzare il sipario sulla monografica intitolata al fotografo inglese. Descrivendone la carriera attraverso i suoi scatti più iconici.
Mancano pochi giorni all’opening della nuova esposizione allestita presso la Tate Britain di Londra che, dal 5 febbraio al 6 maggio, accoglierà le fotografie di Don McCullin, autore di scatti entrati di diritto nell’immaginario visivo recente. Oltre 250 immagini, stampate dall’artista nella sua camera oscura, animano una rassegna davvero esaustiva.
Conosciuto in tutto il mondo per i suoi reportage dalle zone di guerra, McCullin esordì sul fronte della fotografia negli anni Cinquanta, aggiudicandosi un posto fra le pagine dell’Observer con lo scatto The Guvnors, realizzato a Finsbury Park, la zona di Londra che ha dato i natali all’artista. Assoldato anche da The Sunday Times Magazine, McCullin cominciò a documentare gli scontri in Vietnam, in Congo, a Cipro e a Beirut, solo per citare alcuni luoghi di conflitto immortalati dal fotografo.
Impegnato non soltanto all’estero, McCullin ha saputo anche documentare i cambiamenti sociali che hanno interessato la Gran Bretagna, ritraendo le comunità di lavoratori dell’East End di Londra o quelle dell’Inghilterra settentrionale, senza dimenticare i paesaggi industriali di Bradford, Liverpool e Durham.
Il paesaggio, infatti, è uno dei soggetti ricorrenti nella produzione visiva di McCullin, come testimoniato da alcuni degli scatti in mostra, che vedono protagonisti gli scorci del Somerset, dove l’artista ha vissuto negli ultimi 30 anni, e anche numerosi still life. Inoltre, la mostra alla Tate Britain riunisce la documentazione fotografica dedicata a Palmira, gettando un ponte fra il passato e i tragici fatti recenti.
[Immagine in apertura: Don McCullin, Londonderry, 1971]