Nature è il titolo della mostra che, sia negli Stati Uniti sia in Europa, consentirà di vedere riuniti insieme 60 progetti frutto del lavoro congiunto di designer, scienziati e altri professionisti su un comune tema: il rapporto tra uomo e ambiente.
Prenderà il via il prossimo 10 maggio la nuova edizione della Cooper Hewitt Design Triennial, l’evento co-organizzato da Cooper Hewitt, Smithsonian Design Museum insieme al Cube Design Museum di Kerkrade, nel sud dell’Olanda. L’iniziativa, che si protrarrà fino al 20 gennaio prossimo, analizza le modalità attraverso le quali i designer stanno cercando di plasmare il rapporto tra persone e Natura.
Cuore del programma, che costituirà una sorta di “ponte ideale” tra Stati Uniti ed Europa, grazie al coinvolgimento di entrambe le istituzioni, è la grande mostra Nature, in occasione della quale verranno presentati oltre 60 progetti testimoni di una delle più radicate tendenze della scena contemporanea.
Le conseguenze del cambiamento climatico, che nel 2018 hanno raggiunto evidenza in varie parti del pianeta, stanno incoraggiando nuove forme di collaborazione tra progettisti, scienziati, ingegneri, ambientalisti, accademici e altri soggetti. Comune è l’obiettivo da raggiungere: sviluppare soluzioni in grado di accompagnare e supportare la collettività dinanzi alle ormai imminenti “sfide” ambientali.
I progetti selezionati, presentati sia nella cornice del Cooper Hewitt che al Cube, illustreranno alcune strategie sperimentate e messe in campo dai designer. Nelle sette sezioni del percorso espositivo – Understand; Simulate; Salvage; Facilitate; Augment; Remediate; Nurture – verranno dunque riuniti “alcuni dei designer più creativi e intelligenti, i cui lavori affrontano il nostro complesso rapporto con la natura e le sue preziose risorse e invocano una maggiore empatia per il nostro pianeta“, ha anticipato Caroline Baumann, direttrice del Cooper Hewitt, sottolineando anche le soluzioni al problema “non emergeranno senza nuovi pensieri e alleanze radicali“.
Tra i progetti selezionati meritano di essere menzionati almeno l’installazione Curiosity Cloud del duo austriaco Mischer’Traxler, che “celebra la biodiversità mentre invita alla meditazione sulla fragilità della Natura“; la Metamorphism vessel series di Shahar Livne, che ipotizza un futuro in cui gli artigiani si dedicheranno alla raccolta della plastica e di altri prodotti a base di petrolio, allo scopo di arginare l’inquinamento gli oceani; Aguahoja, un padiglione costituito da pannelli, stampati in 3D, composti di cellulosa vegetale e chitosan, esito delle ricerche condotte dall’acclamata designer-architetta Neri Oxman.
[Immagine in apertura: Sam Van Aken, Tree of 40 Fruit, courtesy Ronald Feldman Fine Art, fonte Wikipedia]