L'architetto giapponese Arata Isozaki, classe 1931, è il vincitore del Pritzker Architecture Prize 2019. Con decine di edifici realizzati in tutto il mondo, tra cui il palasport olimpico di Torino e la recente "Torre Isozaki" a Milano, esperienze di docenza in prestigiosi atenei internazionali e numerosi premi all'attivo, è stato allievo e collaboratore di Kenzo Tange, nel cui studio si è formato dopo la laurea.
Dopo Balkrishna Doshi, l’architetto indiano vincitore del Pritzker Prize 2018, la giuria del più importante riconoscimento internazionale in ambito architettonico ha conferito ad Arata Isozaki il Pritzker Architecture Prize 2019.
Ancora una volta, dunque, il premio assegnato dalla Hyatt Foundation guarda verso Oriente: Stephen Breyer, André Corrêa do Lago, Richard Rogers, Kazuyo Sejima, Wang Shu, Benedetta Tagliabue, Ratan N. Tata e Martha Thorne – giurati di questa edizione – hanno riconosciuto in Isozaki “una delle figure più influenti nell’architettura mondiale contemporanea”, ma anche un progettista che “non ha paura di cambiare e provare nuove idee. La sua architettura si basa su una profonda comprensione, non solo dell’architettura stessa, ma anche della filosofia, della storia, della teoria e della cultura”, nonché un architetto “in grado di unire Oriente e Occidente“.
Dopo la laurea, conseguita nel 1954 all’University of Tokyo, Arata Isozaki ha svolto un apprendistato nello studio di uno dei Maestri indiscussi dell’architettura giapponese: Kenzo Tange, a sua volta insignito del Pritzker Architecture Prize nel 1987.
Nel 1963 ha fondato lo studio Arata Isozaki & Associates, con il quale ha firmato progetti in tutto il mondo. Tra questi, la Prefita Prefectural Library (1962-1966, a Ōita); l’Expo ’70 Festival Plaza (1966-1970, Osaka); il Museum of Modern Art (1971-1974 a Gunma) e il Kitakyushu Municipal Museum of Art (1972-1974 a Fukuoka).
Il Museum of Contemporary Art di Los Angeles, ultimato nel 1986, rappresenta il primo grande incarico all’estero, seguito da altri importanti cantieri in Cina, Medio Oriente e in Europa.
In Italia, Arata Isozaki ha costruito il Pala Alpitour di Torino (2002-2005), in occasione dei Giochi olimpici invernali, e la Allianz Tower di Milano; ha vinto, con il collega italiano Andrea Maffei, il concorso di progettazione per la Nuova Uscita della Galleria degli Uffizi, a Firenze, ma l’opera è rimasta ad oggi irrealizzata.
Con Isozaki sale a 8 il numero dei progettisti giapponesi ai quali è stato assegnato il Pritzker Prize. Prima di lui lo hanno infatti ricevuto Shigeru Ban (2014); Toyo Ito (2013); la coppia formata da Kazuyo Sejima e Ryue Nishizawa (2010); Tadao Ando (1995); Fumihiko Maki (1993); l’architetto e urbanista Kenzo Tange (1987).
[Immagine in apertura: Arata Isozaki, Allianz Tower, 2014, Milano, photo by Alessandra Chemollo]