Si preannuncia milionaria l’asta che il prossimo giugno vedrà protagonista un dipinto ritrovato nel 2014 a Tolosa e collegato da molti studiosi alla mano del leggendario pittore barocco, Caravaggio.
Non smette di far parlare di sé l’opera ritrovata dal banditore Marc Labarbe 5 anni fa, nella polverosa mansarda di un’abitazione di Tolosa. Il dipinto, raffigurante la nota vicenda della decapitazione di Oloferne da parte di Giuditta, è stata rivelata al grande pubblico solo poche settimane fa dal perito d’arte Eric Turquin, che ha trascorso l’ultimo quinquennio ad analizzarla.
La grande attenzione riservata a questo dipinto si deve all’ipotesi, sempre più accreditata, che sia stato firmato da Caravaggio, autore dell’opera avente il medesimo soggetto oggi conservata presso la Galleria Nazionale d’Arte Antica di Roma e datata attorno al 1600. Turquin ha identificato il dipinto ritrovato a Tolosa come la seconda versione di Giuditta e Oloferne realizzata presumibilmente dall’artista nel 1607 e considerata perduta.
Le opinioni di storici dell’arte e studiosi sono molteplici e non tutte allineate: c’è chi sostiene la tesi di Turquin, riconoscendo nei tratti del dipinto la mano del Merisi e chi dissente, individuando in esso un afflato di violenza eccessivo rispetto alla poetica di Caravaggio.
Ciò che è certo è che il dipinto di Tolosa sarà messo all’asta il prossimo 27 giugno, nella città francese in cui è avvenuto il ritrovamento: le cifre di vendita si preannunciano da capogiro. Le previsioni, infatti, si aggirano intorno ai 150 milioni di euro, ma lo scenario potrà anche riservare qualche sorpresa al rialzo.
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