I documenti scritti dagli esploratori che hanno attraversato l'Etiopia nei secoli scorsi, conservati presso la Biblioteca della Società Geografica, e gli oggetti della collezione etnoantropologica del Museo di Storia Naturale di Verona si combinano in una mostra che conduce alla scoperta di una terra dal fascino straordinario.
Primo fine settimana di apertura, al Museo Civico di Storia Naturale di Verona, per la mostra Etiopia. La bellezza rivelata. Sulle orme degli antichi esploratori, che prova a ridurre le distanze geografiche tra l’Italia e la terra che fu della Regina di Saba.
Curata da Carlo Franchini e Leonardo Latella, coadiuvati nel coordinamento scientifico da Spartaco Gippoliti, Andrea Manzo, Luisa Sernicola ed Emanuela Gamberoni, l’esposizione impiega una pluralità di documenti, oggetti, esemplari e immagini per raccontare la bellezza dagli ambienti naturali e dalle culture del Paese africano dalle antiche origini.
Culla dell’umanità, grazie alla ricchezza delle risorse minerali, animali e vegetali, l’Etiopia è stata attraversata da generazioni di esploratori, suggestionati anche dalla sua abbondanza e varietà. Importante snodo negli scambi commerciali, a sua volta fornitrice di avorio, resine aromatiche, ebano e oro destinati al resto del mondo antico, fin da tempi remoti il Paese suscitò curiosità e fascino anche grazie all’idea che, al pari delle regioni del Mar Rosso, fosse una terra particolarmente cara agli dei.
Accanto a questi aspetti di natura economica, sociale e culturale, si innestano la bellezza e varietà dei paesaggi etiopi, che hanno contribuito a riaccendere l’interesse dei viaggiatori a partire dal XVI secolo, dopo alcuni secoli di oblio. Proprio sulle documentazioni raccolte da quella fase in poi si fonda il progetto curatoriale alla base di questa mostra, che resterà aperta fino al 30 giugno prossimo.
[Immagine in apertura: Etiopia, Valle dell’Omo: il villaggio di Kolcho (di caluma)]