Ecologia e arte nell’opera di Stefano Cagol

23 Marzo 2019

Stefano Cagol, The End of the Border (of the mind), 2013, Kirkenes. Photo by Stefano Cagol

Si intitola Iperoggetto. Visioni tra confini, energia ed ecologia la mostra monografica dedicata a Stefano Cagol dal Museo MA*GA di Gallarate fino al 15 settembre. Uno sguardo ravvicinato a una pratica che affonda le radici nella più stringente attualità e che dà origine a lavori in continuo mutamento, al pari degli Iperoggetti teorizzati dal filosofo inglese Timothy Morton.

Stefano Cagol, The End of the Border (of the mind), 2013, Kirkenes. Photo by Stefano Cagol 2

Curata da Alessandro Castiglioni, la rassegna affianca una serie di opere che evocano i nuclei tematici attorno ai quali ruota la ricerca di Cagol: l’attenzione all’ambiente, i cambiamenti climatici, le sorgenti energetiche e il mutamento dei confini. Ne sono un esempio gli interventi esposti quali The Body of Energy, una ricerca improntata alla visualizzazione dell’uso e dello spreco di energia; Evoke Provoke (the border), una riflessione sullo scioglimento dei ghiacciai; The End of the Border (of the mind), ispirato alle diverse sfumature del concetto di confine.

Le parole del curatore offrono una efficace chiave di lettura dell’opera di Cagol: “Ancor prima di scoprire il sistema teorico di Morton, Cagol si è interessato di sistemi complessi e globali mettendo a punto un sistema di ricerca-produzione basato su costanti spostamenti e su pratiche che non si concludono con la realizzazione di un oggetto visivo ma potenzialmente continuano, si riconfigurano costantemente muovendosi nello spazio e nel tempo”.

[Immagini: Stefano Cagol, The End of the Border (of the mind), 2013, Kirkenes. Photo by Stefano Cagol]