Sensori e luci a LED sono gli strumenti utilizzati dagli artisti Pekka Niittyvirta e Timo Aho per dimostrare la fragilità di un'area della costa occidentale scozzese, che potrebbe essere allagata da frequenti mareggiate nel caso in cui le temperature dovessero continuare ad aumentare.
Anche l’arte contemporanea osserva con apprensione il cambiamento globale e il destino del pianeta: lo testimoniano le scelte compiute da un numero sempre più rilevante di artisti, che si dimostrano desiderosi di misurarsi con le drammatiche conseguenze del global warming in interventi intensi, votati alla riflessione e all’azione.
Un esempio recente arriva dalla Scozia, dove il duo finlandese composto da Pekka Niittyvirta e Timo Aho ha progettato un’installazione che chiarisce l’impatto delle maree sulle isole al largo della costa occidentale scozzese.
Su invito del Taigh Chearsabhagh Museum & Arts Centre di Lochmaddy, sull’isola di North Uist, i due autori hanno collocato una serie di sensori e luci a LED in diverse zona della città per mostrare inequivocabilmente quale sarà il livello raggiunto dall’acqua in caso di mareggiate, nel caso in cui le temperature della Terra dovessero continuare a salire nei prossimi anni.
Una modalità che consente di visualizzare come decine di edifici, indistintamente dalla loro funzione, finirebbero per diventare inagibili, perché in larga parte allagati. Lo stesso accadrebbe a strade, terreni e litorale, rendendo di fatto impossibile proseguire la vita in questa zona del Regno Unito secondo le attuali modalità.
Questi “indicatori luminosi” permettono quindi di identificare le fragilità di questo territorio, destinato a restare esposto al rischio evidenziato fino a quando non verranno intraprese misure drastiche per fermare il cambiamento climatico.
[Immagine in apertura: Pekka Niittyvirta & Timo Aho, Lines (57° 59′ N, 7° 16’W), installation view, photo by Taigh Chearsabhagh Museum and Arts Centre via Facebook]