Il complesso museale milanese “Chiostri di Sant’Eustorgio” fa da cornice alla mostra personale di Stefano Arienti. Fra rimandi alla botanica e rivisitazioni dei capolavori del passato.
Fino al 5 maggio, l’arte contemporanea anima il complesso museale milanese “Chiostri di Sant’Eustorgio” grazie alle opere di Stefano Arienti, protagoniste della mostra Fiori, curata da Angela Vettese e allestita tra la Basilica di Sant’Eustorgio, il cimitero paleocristiano e il Museo Diocesano Carlo Maria Martini. Un dialogo serrato con il contesto ospite, reso ancora più avvincente dagli efficaci richiami dell’artista alla storia passata.
Il rimando al tema della necropoli di martiri cristiani, alla pratica del culto dei morti, ma anche alla decorazione parietale risuona lungo il percorso espositivo che prende il via nel Cimitero paleocristiano e prosegue nella basilica di Sant’Eustorgio. Senza dimenticare la rilettura di opere come i Girasoli o gli Iris di van Gogh, emblema della formazione di Arienti come studioso di botanica.
Completa la monografica l’inedito confronto di Arienti con la tavola del Compianto sul Cristo morto di Altobello da Melone, recentemente restaurata, custodita dal palazzo dell’Arcivescovado di Milano e ora esposta al Museo Diocesano. L’artista affianca all’opera un telo antipolvere su cui ne ha ricalcato le linee essenziali, usando inchiostro oro e argento. Un omaggio al passato che affonda le radici nel presente.
[Immagine in apertura: Stefano Arienti, Iris (da Van Gogh)]