15 Marzo 2019
La Fondazione Magnani-Rocca di Mamiano di Traversetolo sta per ospitare una grande mostra che mette a confronto le poetiche dei due “Dioscuri” della Metafisica.
Sono due delle personalità chiave del secolo scorso; artisti e fratelli che, con poetiche affini eppure indipendenti, hanno saputo “dare corpo” alla Metafisica. A loro la Fondazione Magnani-Rocca di Mamiano di Traversetolo intitola De Chirico e Savinio. Una mitologia moderna, la mostra allestita dal 16 marzo al 30 giugno con l’obiettivo di ripercorrerne le carriere, sulla scorta di somiglianze e differenze.
Più di 130 opere, fra dipinti e lavori grafici, danno vita a un itinerario espositivo che prende le mosse dall’avventura metafisica, per poi analizzare il moderno ripensamento della mitologia classica messo in campo dai due fratelli e giungere alla densa produzione per il teatro, esemplificata da bozzetti, figurini e costumi realizzati per il Teatro alla Scala di Milano.
Considerato da Breton “indissociabile nello spirito”, il lavoro di Giorgio de Chirico e Alberto Savinio assunse contorni autonomi, a tratti anche molto distanti. Pur attingendo dal medesimo retroterra concettuale, incardinato sui temi del viaggio, del mistero del distacco, sugli interrogativi in merito alla condizione umana e sul richiamo al mito, la poetica dei due fratelli si arricchì infatti di sfumature differenti.
Se l’estetica di de Chirico fu sempre dominata da un certo rigore e da atmosfere enigmatiche, vicine al richiamo dell’antico e dunque in linea con i dettami metafisici, quella di Alberto Savinio lasciò spazio a un certo grado di ironia, ben testimoniato da cromie vivaci e da una visionarietà votata al fantastico che non lo abbandonò mai.
[Immagine in apertura: Giorgio de Chirico, Cavalli in riva al mare (Les deux chevaux), 1926. Immagine nell’articolo: Alberto Savinio, Tombeau d’un roi maure, 1929, olio su tela]